martedì 27 novembre 2012

25 buoni motivi per turarsi il naso e votare Bersani


1. Perché turandovi il naso fate esercizi d’apnea, così poi tutti giochiamo a pallanuoto come in Palombella Rossa.
2. Perché a Firenze ci sono le buche per strada.
3. Perché non è più tanto fico dare addosso alle primarie del PD, ora è più fico evitare il male assoluto (Renzi), anche aggrappandosi a quello che passa il convento (o la C.E.I.).
4. Perché noi comunisti siamo così: prima rompiamo i coglioni per una vita, ce la prendiamo con il PD, con le primarie, con le più banali cazzate, pur di ribadire la nostra incorruttibile identità del cazzo, però poi quando sentiamo che è il momento di compattarci su qualcuno, rispondiamo alla chiamata aderendo tutti sul candidato che ci viene indicato dal Partito.
5. Perché l’ultima volta che non abbiamo trovato la falce e il martello sulla scheda elettorale abbiamo disintegrato la Sinistra Arcobaleno ed abbiamo votato la prima cosa che ci è capitata sotto mano (Lega Nord). Questa volta non ci fregano, ce lo scriviamo sulla mano il nome del partito che dobbiamo votare.
6. Perché Renzi è di destra, più di Bersani, più di Papa Giovanni e più di Vendola, persino più dei sionisti Travaglio e Saviano.
7. Perché non possiamo rischiare che non aumentino vertiginosamente le tasse. Lo sappiamo tutti che sono bellissime, quindi tanto vale aumentarle.
8. Così come il bacio più bello è quello che non ho mai dato, anche le tasse più belle sono quelle che non ho mai pagato. Perché tanto noi mica paghiamo le tasse. Le facciamo pagare agli altri. Noi non è vero che facciamo lezioni private a nero, lavoriamo e facciamo lavorare a nero, vendiamo e compriamo alle spalle del fisco perché ci piace tanto così. Siamo proletari noi e non possiamo mica permetterci di pagare le tasse. Che le paghino gli altri, tipo gli ebrei.
9. Perché occorre più spesa pubblica, il solo modo per trasformare le attuali misere inefficienze in inefficienze di tutto rispetto.
10. Perché Renzi è giovane. E questo è e deve rimanere un paese per vecchi. Ma vecchi saggi. E poi certe cose, certe idee non sono “vecchie”, sono solostagionate. Prendi tutte le nostre idee in merito agli ebrei. Mica sono vecchie, sono un pò anni venti, ma proprio per questo vuol dire che sono ben rodate. Al massimo sono vintage. Mica vecchie.
11. Perché Renzi è amico dei cattolici. Tipo Rosy Bindi, Fioroni, i vari papi, ed è amico di tutta l’ala più destra del PD. Tipo Dalema, di cui è erede-burattino. Invece Bersani è così diverso che se li è messi tutti contro.
12. Perché Renzi è andato a La Ruota della Fortuna.
13. Perché Renzi è ambizioso. Non bisogna avere ambizioni, ma solo desideri di distruzione d’Israele.
14. Perché a Renzi interessa il potere. Noi invece preferiamo Bersani a cui non interesa il potere. Per questo fa il politico, per non avere potere.
15. Perché Bersani è così disinteressato rispetto al potere che vuole solo pareggiare bene, per assicurare a tutti un fantastico Monti Bis, visto che il primo governo Monti non è stato abbastanza incisivo, ci vogliono più tasse e più lotta all’evasione. E poi ancora più tasse.
16. Perché Renzi è un ipocrita, un doppia faccia. Noi invece che strilliamo di tasse e legalità, mentre nel nostro privato facciamo tutto a nero e della legge ce ne sbattiamo il cazzo lo facciamo a fin di bene. Le tasse esistono solo per punire i ricchi (ossia gli altri) e la legge esiste solo per mettere in galera Berlusconi e i suoi amici.
17. Perché solo con più tasse l’Italia può crescere. Quelle che ci sono è evidente che non bastano.
18. Perché il Partito Democratico non può avere l’ambizione di aprirsi ad un profilo lib-dem come accade nei partiti progressisti di tutta Europa. Il nostro modello sono le primarie che fece Stalin qualche anno fa. Zitte zitte, senza tutto questo clamore e soprattutto senza inutili spese. Con quei due euro posso andare a farmi una canna così finanzio la delinquenza equa e solidale. Comunque sopra scherzavo, ormai siamo cambiati, non è più la Russia il nostro modello. E neppure Cuba (come dice qualche maligno). Il nostro modello sono i paesi scandinavi, dove le tasse sono altissime che al solo pensiero godo come un pazzo. Si tratta di paesi nettamente superiori all’Italia. Quasi tutte monarchie con governi di centrodestra.
19. Perché in periodi come questo le liberalizzazioni e le privatizzazioni non servono, anzi, sono deleterie. Occorrono più tasse, più corporazioni, più protezionismo, più rendite, meno concorrenza, meno spazio ai giovani, meno possibilità di ingresso nel mercato del lavoro (tanto c’è il mercato nero). Per questo odiamo visceralmente Renzi.
20. Perché il programma di Renzi non è chiaro. Ho scaricato l’applicazione gratuita sull’iPhone con il suo programma elettorale spiegato in modo dettagliato. Ho scaricato anche l’applicazione di Vendola (a 4,49 euro). Poi mi sono reso conto che avevo in mano un iPhone, evidente opera del diavolo (il capitalismo) e l’ho gettato dalla finestra senza nemmeno leggere. Tanto son tutte balle. Ha fatto bene quindi Bersani a non predisporre una applicazione e neppure un programma elettorale.
21. Perché tanto per il rinnovamento c’è sempre tempo. Se Renzi ha tutta sta voglia di cambiare le cose, può farlo anche nel 2018 o nel 2047.
22. Per Accelerare il Declino.
23. Perché in Italia il liberismo ha fallito. Ancor prima d’arrivare.
24. Perché infondo, nel nostro cuore, siamo reazionari. La sinistra non è più il motore di cambiamento, di scalata sociale e di riscatto. La sinistra non è progresso, non è sfida. La sinistra è sicurezza, tranquillità, tradizione, decrescita felice, chilometro zero, la genuinità delle ricette della nonna. La sinistra è Papa Giovanni. E Renzi è il diavolo.
25. Perché Renzi è in grado solo di parlare. Non realizzerebbe mai le tante cose di cui blatera. E’ per questo che abbiamo tanta paura che vinca.

venerdì 23 novembre 2012

10 buoni motivi per farsi manganellare di brutto


Sarò sintetico perché mi stanno aspettando al direttivo studentesco e se non arrivo io non inizia l’orgia.
1. Perché i miei genitori hanno fatto un sacco di manifestazioni e loro si che hanno vissuto la politica quand’erano giovani. Altri tempi, altra mentalità. E loro hanno fatto benissimo a manifestare, visti i risultati.
2. Perché all’istituto tecnico hanno già occupato.
3. Perché ho già messo un cartone di Tavernello in caldo ed ho comprato un nuovo megafono con una impostazione che addirittura camuffa la voce per farla uscire impastata come quella di Nichi Vendola, con le “s” che sono “f” e con i concetti che diventano poesie.
4. Perché nei tagli che hanno fatto non hanno incluso anche le teste di tutti i miei professori, uno più coglione dell’altro. E anche quelle dei bidelli. Per non parlare del preside.
5. Per il diritto allo studio. Qua invece sembra che ci sia solo il diritto ad insegnare senza che nessuno possa mettere il naso sui metodi d’insegnamento o sui programmi o sui risultati degli studenti o delle scuole. Perché il mio diritto allo studio è affidato al buon cuore del professore o alla fortuna, senza un metodo per valutare il servizio scolastico?
6. I privati devono stare fuori dalla scuola pubblica. Così andiamo a fare i tirocini e gli stage gratis una volta laureati.
7. Perché danno i soldi alle scuole private. Anche se non ho mai verificato questa cosa, in cuor mio so che è così. E’ molto meglio elargire soldi pubblici per far andare la gente a seguire master da 10-20.000 euro presso università private come avviene in Puglia.
8. Perché noi siamo per il riciclo, ed abbiamo ancora gli striscioni dello scorso anno. Vanno ancora bene, non è che li buttiamo. “Fornero al cimitero”“Noi la crisi non la paghiamo”“Passera ecc. ecc.”, “Monti ecc ecc.”. Il più bello è un gioco di parole con la faccia del ministro Profumo con scritto Pro da una parte e Fumo dall’altra, con al centro una foglia di maria. Noi ricicliamo pure il vetro, abbiamo circa 400 bottiglie vuote conservate appositamente per l’occasione, dopo questo weekend saranno 410, perché qualche birra ce la facciamo. Quindi qualche molotov riusciamo a ricavarla. Poi le maschere sono le stesse di quando eravamo contentissimi di festeggiare halloween (l’austerity non c’era ancora e neppure vi era traccia dei tagli, è evidente).
9. Perché ho un amico appassionato di fotografia. Gli ho detto di seguirmi così rompo un po il cazzo a qualche poliziotto, se mi va bene il poliziotto s’arrabbia, mi riempie di botte ed il mio amico mi sbatte pieno di sangue su Informare per Resistere o sul Popolo Viola. Se il poliziotto fa lo stronzo e non vuole picchiarmi, il mio amico sa fare ottimi fotomontaggi e fa in modo che si veda che mi sta uccidendo o che si veda che si è tolto casco e divisa e mi ha abbracciato unendosi alla protesta (come è successo nel Principato di Genovia e sull’Isola che non c’è).
9-bis. Il mio amico fotografo è così bravo che se voglio posso anche restare a casa, lui prende una mia foto delle mie vacanze in Grecia, la colora di rosso, incolla il Colosseo e Mario Monti così la spaccia per foto delle proteste a Roma. In genere abboccano tutti. Unico problema: la mezza manica. Devo trovare la foto di quella sera che ero tutto ubriaco ed indossai il cappotto in pieno agosto, di notte, in spiaggia. Mentre cantavamo le canzoni di De Andrè attorno al falò in versione dubstep, e cioè singhiozzando ogni tanto (da ubriachi viene bene) con il sottofondo dei suoni del Gameboy.
9-ter. Un mio amico quand’è andato a Barcellona ha provato il manganello, per sbaglio, in un night club. Ha detto che gli è piaciuto.
10. Perché magari ci scappa il morto e allora vedi che quest’anno la manifestazione verrà ricordata, non come quelle degli ultimi anni (20-30 circa) che sono scivolate risolvendosi in una stanca routine.
Disclamer: qualora non fosse chiaro, l'intento di questo post è puramente satirico.

giovedì 22 novembre 2012

Restiamo ipocriti

Con la tregua ricominciano anche le lezioni a Gaza. 
Questo ragazzino, diligentemente, prepara i compiti a casa.

Barbecue, sagre di paese, piatti tipici palestinesi. 
Per un divertimento scoppiettante

A Gaza i privati tengono giù le mani dalla scuola pubblica.

Diritto allo studio @Gaza.

Organizzano ottimi viaggi d'istruzione @Gaza.

Ricreazione @Gaza.


venerdì 16 novembre 2012

Manifestare pro tagli


Divelti dai manifestanti alcuni elementi architettonici della sede della Provincia di Torino.

Mi fa piacere che anche i compagneros siano d’accordo sul tagliare le province.

Per maggior approfondimenti http://brunoleonimedia.servingfreedom.net/Focus/IBL_Focus_170_Giuricin.pdf

martedì 13 novembre 2012

Fantastici i cinque ma, soprattutto, fantastico Oscar Giannetto


Per chi si è lasciato sfuggire la prima serata più cool dell’anno ho predisposto una piccola sintesi in dieci punti.
1) L’applicazione di X Factor per iPhone non ha funzionato. Ho provato ad azionare mille volte l’applausometro o ad eliminare qualcuno. Niente fa fare. 
2) A proposito di FANTASTICI CINQUE, di quel che dicono me ne frega meno di zero, tuttavia l’idea del fumetto e dei supereroi è stata una ficata, la cosa più simpatica mai fatta dal PD. Bravi. 
3) Il confronto è stato civile, un po noioso e ingessato, ma civile. Una roba del genere è semplicemente impensabile per il centrodestra che, quanto a democrazia interna, ha anni luce da percorrere. In ginocchio. Sui ceci. Frustandosi e pregando.
4) A un certo punto hanno iniziato a trar fuori papi, madonne e cardinali, allora ho avvertito la sensazione che Tabacci potesse iniziare a distribuire l’eucarestia.
5) Naturalmente i fan del PD snobbano tutto e non trovano niente di divertente o di interessante nel parallelismo coi supereroi dei FANTASTICI CINQUE. Perché sono persone molto tristi e banali con 60 cm di scopa nel culo.
6) Ovviamente c’è una componente d’ultrasinistra italiana che non si sente rappresentata nemmeno da uno dei pur variopinti FANTASTICI CINQUE, neppure da Vendola. Sono troppo duri loro, sono troppo puri, sono troppo integri per abbassarsi al livello di un borghesissimo dibattito tv all’americana senza nemmeno una molotov in mano o uova e pomodori marci. Eh già, perché le primarie che fanno a Cuba sono molto meglio di queste. Non tutti però hanno il ritmo nel sangue come i cubani.
7) Durante il dibattito c’è stato lo spot più bello, più efficace e simpatico che Fermare il Declino potesse mai ideare. La creazione di “Oscar Giannetto”è una trovata tremendamente pop e brillante. Qualcosa di straordinario nella sua involontarietà. Vi ricordo che senza il prezioso aiuto della dolcissima ragazza-intervistatrice nessuno avrebbe nominato il movimento di Giannino, Zingales, Boldrin e co. Ne è nato il un tormentone virale. Non si poteva fare di meglio. Ancora un grazie all’amica Serena :)
8) Simona Ventura ha contestato a Nichi Vendola di non voler attingere dal patrimonio dei testi in italiano per le sue performance. La prossima volta a Morgan tocca assegnargli un brano di Gigi D’Alessio.
9) Su molte cose devo ancora farmi un’idea ma di una cosa ne sono certo: se è vero che un dibattito di tale interesse per i cittadini trova una casa non sulla tv pubblica ma solo su un’emittente privata come Sky, non ci sono più scuse per non privatizzare la Rai
10) Unica pecca. Mancava Arisa. Ho il cuore spezzato.

sabato 10 novembre 2012

Amare la Fornero: per un rapporto safe, sane and consensual


Guai a prendersela con la Fornero per l’ennesima battuta sui giovani, a suo dire “schizzinosi” nel lavoro. Il suo rapporto con i giovani è stato solo impostato male. Manca qualcosa. La safeword.

Per il resto, è tutto molto bello. Lei dice quello che pensa e lo dice in faccia, e questo è un valore, come per i tornisti di Maria De Filippi e per i bambini. Poi magari è parte integrante della carica di ministro quella di fare battute contro qualcuno (Brunetta sarà pur servito a qualcosa, no?), magari è stata anche mal interpretata (mi ricorda qualcuno) e può darsi che abbia pure ragione (ma anche no), tuttavia questo dispensare simpatia e consigli non corrisponde a ciò che le si chiede, in un paese tramortito dalla povertà di concorrenza e dal peso delle corporazioni che di fatto soffocano i più deboli ed i più giovani. 
Mi viene in mente un famoso modo di dire: chi sa fa, chi non sa insegna. Ebbene, ringraziamo la professoressa ministra per i suoi sempre importanti insegnamenti.


giovedì 8 novembre 2012

10 buoni motivi per non disertare i talk show anche se proprio non li sopporti


I talk show non sono amati, tuttavia non si può resistere e bisogna andarci. A tutti i costi. Vediamo in breve i principali motivi.
1. Per vedere il tuo interlocutore che fa le smorfie o le boccacce mentre parli. In genere si sente la mancanza di certe cose perché dopo la scuola dell’infanzia non capitano in modo molto frequente.
2. Perché è a dir poco eccitante provocare l’infervoramento o l’applauso scrosciante del pubblico dicendo un’ovvietà sconcertante o facendo del bassissimo populismo zoticone e burino.
3. Perché, se ti va bene, scatta la rissa, lo schiaffone, lo sputo, la minaccia, il tormentone della prossima stagione. Sono cose, queste, che non si dimenticano. 
4. Perché c’è sempre almeno una donna “dello spettacolo” invitata a titolo di prezzemolista. Se sei particolarmente sfortunato ti capita Alba Parietti che parla del suo incidente stradale o Claudia Koll che parla della sua chiamata. 
5. Per minacciare di lasciare il programma ed abbandonare fisicamente lo studio ogni qual volta non è soddisfacente l’atteggiamento del conduttore o il tempo che mette a disposizione o le domande che fa. Giusto per sentirsi per un attimo come Silvio Berlusconi o come Lucia Annunziata.  
6. Per valutare da vicino se il conduttore assume droghe chimiche per riuscire a reggere ogni settimana quel pesantissimo logorio di minchia o se dopo una certa ora si fa sostituire da un ologramma.
7. Per verificare se durante la pubblicità i “rivali” si menano o se gli scappa pure d’offrirsi un caffè o una mignotta.
8. Per togliersi lo sfizio di dire una supercazzola in diretta tv, mentre magari qualcuno annuisce, qualcun altro addirittura dissente o per giunta scatta l’applauso. Con frasi del genere c’è chi è diventato leader di partito e concorre attualmente per le primarie.
9. Per assistere in diretta al fatidico monologo del comico televisivo prima che diventi il video più cliccato di Youtube. In modo da riuscire a battere tutti sul tempo e prevedere le battute e/o citazioni di parenti e amici per i circa sette giorni successivi, fino alla nuova puntata.
10. Perché un giorno quel comico molologhista potrebbe essere leader del primo partito d’Italia e potrebbe dire, con aria snob, che “io nei talk show non ci vado”. Quel giorno, ovviamente, sarebbe troppo tardi.

mercoledì 7 novembre 2012

Lella Costa Crociere


Staseva all’Infedele gvandissimo show di vadicalismo chic di sinistva.
I vevi intellettuali snobbano tutto. Snobbano il vecchio, pevché è vecchio. Snobbano il nuovo, pevché la vottamazione è tvoppo fallocentvica. Non ci sta bene un cazzo, pevò è cosìbbello mugugnave contvo il capitalismo fvasi a caso spavate a velocità supevsonica.
Fosse pev lovo snobbevebbevo puve le elezioni e vestevebbevo sul divano a scattavsi le foto alle gambe pev mettevle su Instagvam. 
No, vagazzi, non è colpa di Lella, ma della Compagnia. 

martedì 6 novembre 2012

10 buone ragioni per non amare "Io odio i maniaci di merda"


Un fenomeno sta travolgendo il web. Si chiama “Io odio i maniaci di merda”, una pagina Facebook che “fotografa” i peggiori approcci uomo-donna via web. Per rendervi conto del tenore dei messaggi basta cercare e sfogliare la nutritissima sezione foto.
Malgrado l’enorme successo, non mi pare si tratti d’una iniziativa di grande pregio, per una serie di ragioni.
1. In genere la parola “odio” con la parola “merda”, nella stessa frase, non promettono mai grandi risultati.
2. L’aver sempre a disposizione una fotocamera o la possibilità di immortalare chiunque si rivolga a noi perché “sul web tutto resta” ci porta a denigrare l’interlocutore, dal maniaco in cerca di ragazze disponibili al poliziotto nell’adempimento del suo dovere. Sta dilagando l’idea, in realtà risibile, secondo cui  si possa impunemente diffamare solo perché è a) è facilissimo, b) è nostro diritto e c) la vittima se l’è cercato. 
3. Se c’è un vero maniaco è giusto denunciare alle autorità competenti. Deridere può essere fuorviante oltre che inutile.
4. Un giorno ho contattato una delle tante persone allegramente “immortalate” e prese in giro, evidentemente, un ragazzo con serissimi problemi mentali, linkandogli una foto che ritraeva il suo nome (ben visibile sulla pagina, come i nomi di tutti gli altri presunti maniaci), la sua immagine del profilo ed una serie di sue frasi corredate da commenti sconvenienti. Non ho mai ricevuto risposta, in compenso, automaticamente,Facebook iniziò a suggerirmi decine e decine di amicizie di ragazze amiche del presunto maniaco a cui avevo inviato il messagio. Profili palesemente falsi con foto chiaramente provenienti da siti di fotomodelle o prese chissà dove. Le stesse ragazze-esca infestavano il profilo (naturalmente tutto pubblico) del presunto maniaco immortalato nei suoi maldestri quanto riprovevoli approcci, il tutto con commenti di apprezzamento da parte delle finte ragazze alle sue foto (possiamo dirlo, rivoltanti). Un caso che getta qualche dubbio sulla spontaneità e sulla genuinità di quegli strampalati approcci sessuali immancabilmente “catturati” negli screenshots.
5. Adesso gran parte delle donne che popolano i social network, invece di passare le giornate a farsi foto con la webcam, alterna l’upload frenetico di nuove foto all’upload sarcastico e falsamente indignato di screenshots non dissimili da quelli della pagina “Io odio i maniaci di merda”. Per il piacere di mostrare il libidinoso effetto delle proprie foto nella psiche degli sconosciuti. 
6. Siamo circondati da ronde di ragazze pronte a fare giustizia privata e allo stesso tempo pronte a fare da esca, mentre aggiornano il proprio stato sentimentale (non si sa mai se qualcuno non l’ha letto che sono single!).
7. Se una ragazza passa tutto il giorno ad esibire la propria immagine nelle forme e posizioni più varie corredando il tutto con commenti, allusioni e considerazioni di carattere meramente estetico, palesemente finalizzate all’esposizione ad una o più persone determinate o indeterminate al solo malcelato fine di piacere a più persone possibile senza mai parlare d’altro, dovrebbe avere molta fantasia nell’aspettarsi approcci diversi da quelli del maniaco.
Capisco che bisogna avere fiducia nelle persone, ma è molto raro che a tonnellate di superficialità qualcuno risponda con qualcosa d’intelligente. In genere la superficialità ostentata richiama altra superficialità altrettanto ostentata. Precisiamo: non ho niente in contrario all’ostentazione della superficialità (ne sono un grande amante), però penso che ciascuno debba prendersi la responsabilità di quel che scrive e, a fronte del “riscontro” che riceve, debba farsi qualche domanda.
Una donna inondata da fiumi di messaggi maniacali si è mai chiesta se per caso con lei non è possibile parlare d’altro?  E ancora, non è forse vero che, con certe persone, l’unico modo per richiamare l’attenzione è “provarci”? Solo i maniaci sono esseri vuoti ed insulsi oppure è vero che ci sono anche tante ragazze con cui non è possibile parlare di qualcosa che non consista in faccende di estetica o che non riguardi i loro presunti spasimanti?
8. Gli apprezzamenti fanno sempre bene all’autostima delle ragazze, ed è inutile la carnevalata ipocrita e schizzinosa di chi al primo messaggio di complimenti aggredisce l’interlocutore con un’ostentata violenza verbale. Sentirsi apprezzate fa venir meno gran parte dei disturbi alimentari, dalla bulimia all’anoressia, al vegetarianesimo.  
9. Non sono sicuro che la sessuofobia di “Io odio i maniaci di merda”, instillata a colpi di sarcasmo e di ronde internettare, possa rendere un grande servizio alle donne ed alla loro autodeterminazione sessuale. Di fatto le relega ad un’etica del doppio. La sessualità esibita, in cui è giusto non avere nessun freno, e la sessualità ri-esibita, in cui è giusto utilizzare l’esibizione come escaper denigrare in pubblico ogni approccio maldestro e persino qualsiasi “inclinazione” ritenuta anormale: dal sesso occasionale al feticismo alle più innocue manie non patologiche o delinquenziali. A me questa sembra una versione perversa ed aggiornata del peggior bigottismo, strumentale solo a forme di maggior selezione della “normalità” secondo l’etica di facciata di internet. 
10. La prospettiva è sempre quella della donna-vittima indifesa e dell’uomo-orco maniaco. Una immagine svilente dell’identità sessuale femminile, che può solo respingere, schifare, al massimo provocare e che non tiene conto di quella omosessuale.
La donna è depositaria di legittimi desideri, aspirazioni ed inclinazioni, non è tenuta a spezzare le gambe di chiunque faccia richieste “strane” e non è una puttana o un essere mostruoso se le accetta. Nell’immagine fornitaci da quest’angolo di web, invece, la donna appare rinchiusa in un muro sordo d’ipocrisia e di perbenismo impermeabile che non la emancipa, non la appaga e ancor meno la rende più sicura.

sabato 3 novembre 2012

Dimmi che gioco fai e ti dirò per chi voti


Un tempo chi apparteneva allo stesso schieramento politico si riconosceva da forti ed inequivocabili segni esteriori. Dall’eskimo, dall’uso di parole come “amici” o “compagni”, o dalla mitragliata politica.
Poi è venuto il tempo di internet e tutta la massa composta da indignati, grillini, e gli occupy something non li riconosci facilmente perché si mischiano tra la folla, anzi, tra i tablet.
Un modo facile per capire se il tuo interlocutore è uno di loro è verificare se conclude le sue frasi con “FATE GIRARE!!!!1!” oppure“SVEGLIAAA!!!!1”. Non c’è parola tra quelle che scrivono che non finisca con una serie di punti esclamativi e numeri uno. All’inizio pensavo che fosse tutto frutto di una confusione nel tener premuti due tasti della tastiera contemporaneamente. Non è questa la spiegazione. Nella comunicazione orale, infatti, sono soliti parlare urlando (ecco i punti esclamativi) finendo ogni frase con la parola svegliaaaunooo o fategirareeeeuno (come nel noto tormentone “italiaaaunooo”).
Non è una deformazione indotta dall’uso del web come fucina di catene di Sant’Antonio. Si tratta, al contrario, di una lunghissima partita ad Uno iniziata dal guru Beppe Grillo più di tre anni fa.

Avete capito bene, sto parlando del gioco di carte. Ogni partito ha il suo.
Così ho pensato di fare uno schema con i principali giochi e giochetti dei partiti italiani.
Ovviamente partiamo dal Mov.Cinque Stele. Come già detto, abbiniamo il noto gioco chiamato Uno. Se incontrate qualcuno che vi propone partite a Uno, è sicuramente del partito di Grillo. Quindi cercate di assecondarlo. Paradossalmente, questa gente che milita nel partito di un comico non ha il dono dell’ironia. Beh, non è che gli altri siano tanto disposti a far dell’autoironia o a sopportare la satira. Non ci credete? Proseguiamo nella lettura e se vi sentite offesi allora non siete meglio dei grillini.
PD. Il gioco è Indovina Chi. Tu chiedi cose tipo “è più bella che intelligente?” e se ti rispondono di si, già puoi farti l’idea su chi è che vince le primar… ehm.. il gioco. Poi vabè, durante la partita c’è l’inconveniente che le regole cambiano nel caso qualcuno risponde nel modo sbagliato alle domande. Comunque ci sono pezzi di partito che si dissociano rispetto a questo gioco poiché non pare rispondente alle esigenze di tutte le correnti. Quasi tutte però concordano su un altro gioco. Il gioco della sedia, in una simpatica variante con la poltrona al posto della sedia. Di turno in turno invece di diminuire le poltrone si moltiplicano esponenzialmente.
PDL. Poker. Ti siedi a tavola appositamente chiamato perché pare che ci sia un pollo da spennare. Ma non lo vedi. Forse perché sei tu.
Terzo Polo (UDC & friends). Una variante del Monopoly, ovvero Terzopoly. Il gioco rispetto all’originale varia di poco: invece d’accumulare immobili (quella è roba per noidellitaliadeivalori) accumuli liste civiche nazionali che Monti e riMonti come ti pare e piace. L’importante è che cambiate incessantemente i loghi dei partiti e che se qualcuno vi elimina dal gioco rispondiate “che fai mi cacci?” oppure, se è indeciso su come giocarsi la mano gli dite “ma che sei choosy?”. Poi non vi preoccupate se nella partita vi ritrovate cani e porci a giocare, è normale. Scelgono i giocatori affiggendo manifesti per le strade. Ogni giorno uno diverso.
Fermare il Declino. Il noto movimento di Oscar Giannino e tanti altri amici. Il gioco è una simpatica (mica tanto) variante dello Scarabeo. E cioè il mitico SacaraBoldrin. Dovete pescare lettere nel sacchetto e formare parole che nessuno comprende, in lingue inventate, perché se qualcuno le capisce o scrive cose comprensibili allora è un deficiente e potete insultarlo (anche pestarlo). Vince chi è più settario ed elitario e riesce a far a meno di tutti quanti gli altri. Chi perde non ha diritto a un cazzo e viene emarginato e lasciato morire.
IDV. Cluedo, ossia un gioco in cui hai a disposizione un tot di armi, un tot di delitti, un tot di sospettati e devi indovinare chi è il colpevole. Molto noioso, se devo essere sincero. Finisce sempre allo stesso modo con Burlesconi che viene rinviato a giudizio. Al massimo vi può capitare il reato in cui è possibile la citazione diretta in giudizio. Poca roba comunque.
Sinistra ecologia e libertà. Ci si mette tutti in cerchio, ciascuno con un foglietto con su scritta una parola. Chi è seduto di fronte deve indovinare la parola facendo perifrasi così lunghe che sono narrazioni, senza poter utilizzare la lettera “z”, sostituendola in automatico con la parola “f”. Quindi, ad esempio, “narrazione” è “narraFFione”, “assoluzione” è “aFFoluFFione”. Alla fine del gioco ci si rende conto della banalità delle parole che ciascuno conserva scritta sulla fronte e si rimane parecchio delusi. Tanto poi si vince tutti, perché pure la vittoria è un bene comune.
Lega nord. Caccia al tesoro. Con le solite parole “acqua”, “fuoco” e “fuochino”. Il tutto mentre si gira con la torcia in mano tra i campi rom o tra le palandrane. Poi se qualche torcia -per puro caso- tocca qualcosa, fa tutto parte del gioco. Il tesoro, comunque, è sempre a Roma. Gioco monotono.
Radicali. Mago comanda color. Ovviamente il mago è sempre Pannella.
I Responsabili. Il mercante in fiera.
Vari partiti comunisti dalle più disparate sigle, estrazioni, correnti e particolarità. Il gioco della bottiglia. Molotov.
Vari partiti fascisti dalle più fantasiose sigle, estrazioni, correnti e basette. Come tutti sanno, questi ultimi non sono tipi adatti ai giochi da tavola. Sono più per l’azione. E poi sono dei nostalgici. Sempre a penare Lui. Il loro gioco non può che essere il Bungee jumping.
Gli elettori? Ovviamente alla fine giocano tutti allo stesso gioco: (S)memory.