martedì 6 novembre 2012

10 buone ragioni per non amare "Io odio i maniaci di merda"


Un fenomeno sta travolgendo il web. Si chiama “Io odio i maniaci di merda”, una pagina Facebook che “fotografa” i peggiori approcci uomo-donna via web. Per rendervi conto del tenore dei messaggi basta cercare e sfogliare la nutritissima sezione foto.
Malgrado l’enorme successo, non mi pare si tratti d’una iniziativa di grande pregio, per una serie di ragioni.
1. In genere la parola “odio” con la parola “merda”, nella stessa frase, non promettono mai grandi risultati.
2. L’aver sempre a disposizione una fotocamera o la possibilità di immortalare chiunque si rivolga a noi perché “sul web tutto resta” ci porta a denigrare l’interlocutore, dal maniaco in cerca di ragazze disponibili al poliziotto nell’adempimento del suo dovere. Sta dilagando l’idea, in realtà risibile, secondo cui  si possa impunemente diffamare solo perché è a) è facilissimo, b) è nostro diritto e c) la vittima se l’è cercato. 
3. Se c’è un vero maniaco è giusto denunciare alle autorità competenti. Deridere può essere fuorviante oltre che inutile.
4. Un giorno ho contattato una delle tante persone allegramente “immortalate” e prese in giro, evidentemente, un ragazzo con serissimi problemi mentali, linkandogli una foto che ritraeva il suo nome (ben visibile sulla pagina, come i nomi di tutti gli altri presunti maniaci), la sua immagine del profilo ed una serie di sue frasi corredate da commenti sconvenienti. Non ho mai ricevuto risposta, in compenso, automaticamente,Facebook iniziò a suggerirmi decine e decine di amicizie di ragazze amiche del presunto maniaco a cui avevo inviato il messagio. Profili palesemente falsi con foto chiaramente provenienti da siti di fotomodelle o prese chissà dove. Le stesse ragazze-esca infestavano il profilo (naturalmente tutto pubblico) del presunto maniaco immortalato nei suoi maldestri quanto riprovevoli approcci, il tutto con commenti di apprezzamento da parte delle finte ragazze alle sue foto (possiamo dirlo, rivoltanti). Un caso che getta qualche dubbio sulla spontaneità e sulla genuinità di quegli strampalati approcci sessuali immancabilmente “catturati” negli screenshots.
5. Adesso gran parte delle donne che popolano i social network, invece di passare le giornate a farsi foto con la webcam, alterna l’upload frenetico di nuove foto all’upload sarcastico e falsamente indignato di screenshots non dissimili da quelli della pagina “Io odio i maniaci di merda”. Per il piacere di mostrare il libidinoso effetto delle proprie foto nella psiche degli sconosciuti. 
6. Siamo circondati da ronde di ragazze pronte a fare giustizia privata e allo stesso tempo pronte a fare da esca, mentre aggiornano il proprio stato sentimentale (non si sa mai se qualcuno non l’ha letto che sono single!).
7. Se una ragazza passa tutto il giorno ad esibire la propria immagine nelle forme e posizioni più varie corredando il tutto con commenti, allusioni e considerazioni di carattere meramente estetico, palesemente finalizzate all’esposizione ad una o più persone determinate o indeterminate al solo malcelato fine di piacere a più persone possibile senza mai parlare d’altro, dovrebbe avere molta fantasia nell’aspettarsi approcci diversi da quelli del maniaco.
Capisco che bisogna avere fiducia nelle persone, ma è molto raro che a tonnellate di superficialità qualcuno risponda con qualcosa d’intelligente. In genere la superficialità ostentata richiama altra superficialità altrettanto ostentata. Precisiamo: non ho niente in contrario all’ostentazione della superficialità (ne sono un grande amante), però penso che ciascuno debba prendersi la responsabilità di quel che scrive e, a fronte del “riscontro” che riceve, debba farsi qualche domanda.
Una donna inondata da fiumi di messaggi maniacali si è mai chiesta se per caso con lei non è possibile parlare d’altro?  E ancora, non è forse vero che, con certe persone, l’unico modo per richiamare l’attenzione è “provarci”? Solo i maniaci sono esseri vuoti ed insulsi oppure è vero che ci sono anche tante ragazze con cui non è possibile parlare di qualcosa che non consista in faccende di estetica o che non riguardi i loro presunti spasimanti?
8. Gli apprezzamenti fanno sempre bene all’autostima delle ragazze, ed è inutile la carnevalata ipocrita e schizzinosa di chi al primo messaggio di complimenti aggredisce l’interlocutore con un’ostentata violenza verbale. Sentirsi apprezzate fa venir meno gran parte dei disturbi alimentari, dalla bulimia all’anoressia, al vegetarianesimo.  
9. Non sono sicuro che la sessuofobia di “Io odio i maniaci di merda”, instillata a colpi di sarcasmo e di ronde internettare, possa rendere un grande servizio alle donne ed alla loro autodeterminazione sessuale. Di fatto le relega ad un’etica del doppio. La sessualità esibita, in cui è giusto non avere nessun freno, e la sessualità ri-esibita, in cui è giusto utilizzare l’esibizione come escaper denigrare in pubblico ogni approccio maldestro e persino qualsiasi “inclinazione” ritenuta anormale: dal sesso occasionale al feticismo alle più innocue manie non patologiche o delinquenziali. A me questa sembra una versione perversa ed aggiornata del peggior bigottismo, strumentale solo a forme di maggior selezione della “normalità” secondo l’etica di facciata di internet. 
10. La prospettiva è sempre quella della donna-vittima indifesa e dell’uomo-orco maniaco. Una immagine svilente dell’identità sessuale femminile, che può solo respingere, schifare, al massimo provocare e che non tiene conto di quella omosessuale.
La donna è depositaria di legittimi desideri, aspirazioni ed inclinazioni, non è tenuta a spezzare le gambe di chiunque faccia richieste “strane” e non è una puttana o un essere mostruoso se le accetta. Nell’immagine fornitaci da quest’angolo di web, invece, la donna appare rinchiusa in un muro sordo d’ipocrisia e di perbenismo impermeabile che non la emancipa, non la appaga e ancor meno la rende più sicura.

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