sabato 29 settembre 2012

Nascita, morte e resurrezione del delitto di diffamazione


Mercoledì 26 settembre 2012. Il centrodestra italiano scopre indignato l’esistenza del delitto di diffamazione, bollandolo come fascista e quindi sbagliato. Parte del centrodestra si chiede come mai dovrebbe essere sbagliato se è una roba fascista, ma comunque lo ritiene sbagliato. Perché i giornalisti non si toccano. Cioè si che si toccano, ma non in questo modo. O meglio, si toccano ma solo se ce n’è una ragione. E questa non è una ragione. Mica parliamo di Travaglio o di Luttazzi. In sintesi, il delitto di diffamazione è come la peste e dev’essere fatto saltare in aria. Come i magistrati sgraditi, anche i reati antipatici possono essere condannati a morte. Ne prendiamo atto. 

Sabato 29 settembre 2012. Viene fuori uno scarabocchio firmato Lavitola naturalmente accolto come uno scoop rivelatore di verità inconfutabili. Fini quindi dice che “Berlusconi è un corruttore” (Buongiorno prinscipessa!) e Berlusconi, eterno leader del centrodestra, annuncia una bella querela per diffamazione.
TRE GIORNI. COME GESU’ CRISTO!

giovedì 13 settembre 2012

Un piano che fa ridere i (terzi) polli


Le menti superiori dei nostri politici fanno questo ragionamento: assodiamo la legge elettorale poi dopo decidiamo le alleanze e, di conseguenza, decidiamo il programma. Un piano che fa invidia a quelli adottati da Raimondo Vianello quando voleva cuccare con le vicine di casa.

Poi ci sono i liberisti sedicenti outsiders che vedono in Casini il nuovofaroDimenticano, tra le altre cose, il prefisso CufMi sa che sono “outsiders” nel senso che in questi ultimi trent’anni hanno vissuto nel Principato di Genovia. O semplicemente sono outside di testa.
Mi consola solo il fatto che un giorno, tra vent’anni, si sveglieranno dall’incantesimo come la Belladdormentata e chiederanno al loro padre spirituale “che fai, mi cacci?”. Risate amare.

domenica 9 settembre 2012

Ritoccami questo


Cambiare l’italia ritoccando loghi di partiti?

I politici sostituiscono al proprio nome nel logo dei partiti la scritta “Italia”.
Per reciprocità Miss Italia potrebbe rispondere sostituendo alla parola “Italia” il nome di qualche politico.
Se non altro, al posto dei cosiddetti lati B delle ragazze potremmo inserire qualche faccia sicuramente più indicata per questo ruolo.
Non si tratterà certo di volti nuovi, ma finalmente svolgeranno la loro precipua funzione.

sabato 8 settembre 2012

Intelligenza moderata

Se Casini non avesse tolto il suo nome dal partito per inserire la parola Italia avremmo potuto ragionevolmente ritenere che volesse candidarsi alle elezioni del Kazakistan o del Messico. Ha fatto bene. Mossa intelligente.

venerdì 7 settembre 2012

I liberali italiani, come i mutanti, sono divisi tra Professor X e Magneto


Alla vigilia della nascita di una nuova forza politica liberale (si può dire?) per la convergenza di tutti gli outsider della società e della politica italiana, il mio pensiero va alla metafora dei più popolari eroi Marvel.

Gli X Men, infatti, sono l’emblema degli emarginati. Mutanti. Esseri particolarmente dotati ma generalmente trattati con sospetto, per la paura che possano essere un pericolo per il pianeta. In altre parole, si tratta di persone che i più considerano disumane o soggetti che non hanno un altissimo senso d’umanità. La macelleria sociale, per intenderci.
Si, perché i mezzi d’informazione, anche i salottini culturali d’un certo livello, non si sono mai sprecati per spiegare certe cose. Hanno sempre dato per scontato che i “diversi” sono mutazioni genetiche da estirpare, malati da curare. Persone non allineate con la moda della demonizzazione della tecnologia, del capitalismo e della libertà. Chi non invoca digrignando i denti “più regole, più controlli e più controllori” è considerato una mosca bianca, un esperimento malriuscito, una minaccia.
I mutanti, lungi dall’essere tutti uniti, sono dispersi nel globo. Molti non sanno nemmeno di esserlo. Grazie ai poteri del telepate Charles Xavier, alias Professor X, è possibile rintracciarli e provare a tenerli uniti. Ma non tutti stanno col professore.
Altri mutanti, in effetti, non condividono la filosofia degli X Men -per così dire “buoni”- e scelgono infatti di non scendere a compromessi, di fare quadrato e di bramare una guerra all’ultimo sangue con il genere umano da cui si sentono minacciati culturalmente e fisicamente.
Questa è la metafora dell’emarginazione. Molteplici sono infatti gli atteggiamenti dell’emarginato all’interno della società.
Può essere diplomatico e collaborativo come il Professor X, teso al servizio dell’umanità proprio per dimostrare di essere una risorsa e non una deformazione. Oppure può essere per schiavo della sindrome di accerchiamento come Erik Lehsnerr, bambino che ha sperimentato il campo di concentramento nazista e poi grande “cattivo” chiamato Magneto: un mutante che vive nell’incubo di un nuovo olocausto, che sa di essere diverso, conosce le degenerazioni del potere statale e per questo non si fida di chi intende creare albi, elenchi, regolamenti, terapie obbligatorie. Nessuno meglio di Erik quindi è nemico dello Stato, privo di ogni speranza di governo e nel governo, di mediazione, di compromesso o di soluzione pacifica delle controversie. Erik vuole far crollare tutto, portare alla demolizione delle regole e dei limiti, unico modo per dare pieno potere alle infinite potenzialità dei mutanti.
I liberali italiani, un tempo compatti in quello che voleva essere definito come partito liberale di massa, sembrano oggi in una posizione d’estrema minoranza. Frattalizzati. Gli strenui sostenitori dello spirito del ‘94 invocano insieme Silvio Berlusconi e Paolo Barnard e fanno proposte politiche tra il socialdemocratico ed il maoista. I liberali italiani sono dispersi in tanti partiti, molti anche fuori dai partiti. Delusi e lontani dalla politica. Per ritrovarli ci vorrebbe Cerebro, la macchina amplificativa dei poteri telepatici del Professore degli X Men.
Riusciranno le associazioni ed i movimenti d’opinione nati negli ultimi anni fino a quest’ultimo agosto a far convergere su un’unica aggregazione tutte le persone politicamente emarginate in Italia, ripartire da zero e a fermare il declino? I liberali risponderanno in maniera compatta o si divideranno tra due poli, tra il nostro Professor X ed il nostro Magneto? Questo ovviamente presuppone un secondo ma non indifferente problema. Esiste un Professor X per i liberali italiani?
Non è una questione di lotta tra il bene e il male, ma di strategia politica. Sceglieremo la via della mediazione con tutti gli altri e del temperamento de nostre aspirazioni per riuscire ad essere maggiormente rappresentati o per avere una minima speranza di contare qualcosa in un periodo di palese impopolarità delle classiche battaglie liberali, come riesce a fare il Xavier, portando addirittura uno dei suoi mutanti nella squadra di governo? Oppure questo tentativo di moderazione e di dialogo con soggetti non propriamente liberali e non assolutamente e schiettamente limpidi nelle proprie posizioni ci porterà a pagare l’inevitabile scotto di un flusso dei nostri presso il magnetico rivale uguale a noi ma tremendamente più esplicito, netto, combattivo e spregiudicato?
Io voglio credere nella via dell’aggregazione. Ma non è una scelta incondizionata e senza riserve. A volte il difetto di nettezza e di chiarezza può comportare una serie di rischi, di perdite e di possibili incomprensioni. Restando nella metafora, auspicherei la nascita di un Professor X. Tuttavia, la paura più grande è che alla fine del fumetto ci sia solo un colpo di scena Raven Wagner, anche detta Mystica, mutante trasformista dalla pelle bluastra. Assume le sembianze e la voce di chiunque il suo interlocutore voglia vedere. Infatti va a letto con tutti.
Mystica è il mutante che è stato berlusconiano per vent’anni, magari è stato creato esattamente da Berlusconi, ci ha convissuto e ci ha condiviso il lettone. Un mutante che, mentre tutti capivano di che pasta era fatto Il Cavaliere Oscuro, si affannava a difendere le sue scelte più impopolari, mettendoci la faccia (la maschera, s’intende). Mystica ha preso tutte le posizioni sbagliate possibili. Quantomeno, tutte quelle più illiberali. E’ stata con gli antiabortisti, con gli antidivorzisti, con gli imbavagliatori di internet, con i sostenitori del dovere alla vita mai voluta, con le peggiori guerre, con il proibizionismo, con la ricerca negata, con i valori imposti, con la conservazione persino degli istituti più superati in nome della tradizione, con le corporazioni, coi poteri forti, con le regioni del sud regalate alla mafia e con le peggiori metastasi porporate. Ed ora… liberale. E per quanto, prima della nuova mutazione?

Affinità e divergenze tra i compagni del PD e il Movimento 5 Stelle


DIVERGENZA

Il PD è apparato senza carisma, il M5S è carisma senza apparato.
AFFINITA’
Il PD, nonostante la sua ferrea e radicata organizzazione partitica (lodata dal Capo dello Stato), ha un apparato che non impedisce ai suoi uomini di fare dichiarazioni non meno imbarazzanti / destabilizzanti di quelle di Favia. 
Quindi, alla fine, la forma-partito non sembra funzionare nel dirimere o nel comporre i conflitti interni. Il PD non appare tanto più organizzato ed organico del M5S, anche se costa molto di più.
DIVERGENZA
Le dichiarazioni “a la Favia” degli uomini del PD non avvengono nei fuori onda ma mediante comunicati stampa o comizi… che puntualmente provocano l’insurrezione di tutto il partito, dalle colonne dei giornali e dai monologhi dei comici Rai. Questa girandola di dichiarazioni e controdichiarazioni avviene ogni volta che qualcuno parla autonomamente. Ed anche quando qualcuno parla in modo concordato con gli altri. Insomma, sempre. Non può parlare uno del PD senza che tutti gli altri piddini insorgano.
AFFINITA’
Nessuno dei due partiti ha a cuore il principio stabilito dall’art. 49 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. 
Infatti, nessuno si è mai preoccupato di dire che sarebbe auspicabile una legge che, come stabilito dalla Costituzione, garantisca l’organizzazione su base democratica dei partiti politici.
Il PD difende strenuamente il finanziamento pubblico dei partiti come baluardo contro i poteri forti, salvo dimenticare la questione dell’effettiva democrazia interna.
Grillo strilla a proposito del totale azzeramento della classe politica italiana, ma non mi risulta che si sia mai speso sul tema della mancata attuazione dell’art. 49.
Anche il Capo dello stato che elogia i partiti come unico ed insostituibile strumento per la democrazia farebbe meglio a dire due parole sul fatto che i partiti, in più di sessant’anni, pur pretendendo soldi pubblici da tutti i contribuenti, in cambio della promessa di riuscire a rappresentarli meglio degli “altri”-che-sono-già-ricchi-di-loro, si sono ben guardati dal proporre e dal far approvare una legge sulla loro organizzazione interna, in totale e palese violazione del dettato costituzionale.
DIVERGENZA
Le differenze PD-M5S prefigurano in modo lampante le loro diverse idee del mondo ed i rispettivi programmi elettorali.
Il PD è schiacciato dal suo apparato perché ha un’autentica passione per le trappole burocratiche. L’idea di Italia che vuol lasciar trasparire è un concetto di paese incartato nella burocrazia e sommerso da vincoli, tranelli e regole sempre nuove e cangianti.
Il M5S è schiacciato dal carisma perché ha una naturale ed ontologica tendenza al culto della personalità carismatica. Non esattamente una prima visione per il grande schermo italiano.
Se i partiti “tradizionali” fossero realmente democratici, se la politica non fosse una rendita vitalizia, magari con delle leggi in grado di regolare vere e proprie primarie, in un quadro politico di tendenziale bipartitismo, forse saremmo tutti più (e meglio) rappresentati e non assisteremmo a fughe di voti verso fenomeni più o meno stagionali anti sistema che sono una tradizione made in Italy sin dagli anni venti del secolo scorso.

lunedì 3 settembre 2012

Il nuovo capitolo di Batman raccontato in cinque brevi punti



1. Un Beppe Grillo prende il potere e fa un discorso che è un tributo a Bananas di Woody Allen. Il fido magiordomo Alfred fa lite col padrone e viene cacciato.
2. Fa ritorno in città il “Cavaliere Oscuro”, che poi sarebbe Batman,  precedentemente scomparso dalle scene perché ricercato dopo essersi sacrificato per il popolo, passando per malfattore e amico dei mafiosi dai quali -tuttavia- era minacciato, pur di mostrare la via della rettitudine. 
3. La gente, dopo aver idolatrato (piu’ latrato che idol) il dittatore dello stato libero di Bananas (l’omologo steroidato di Beppe Grillo di cui sopra), capisce che il Cavaliere non era poi così malaccio. E lo rimpiange. 
4. Alla fine il Cavaliere non muore. Anche se, ancora una volta, è costretto ad una trattativa coi cattivi dopo essersi portato a letto la cattiva più cattiva di tutti (una arrampicatrice sociale che puntava ad avere tutto il suo patrimonio e poi a pugnalarlo nel fianco).
5. Tutti vivono felici e contenti. Alfred il magiordomo torna dal Padrone e fa pace con lui. Porta con se pure Bocchino.

domenica 2 settembre 2012

Un post intelligente, per legge


Ecco, per esempio io vorrei, per legge, una giornata di 50 ore. Tranne la domenica. Almeno 120 ne deve avere.

L’estate… non ne parliamo. Io proporrei un giro di vite contro le mezze stagioni, non c’è da fidarsi di loro. Infine, la messa al bando dell’inverno.E naturalmente una legge con un solo articolo che stabilisca “Fornero al cimitero”. Sai che vita!

sabato 1 settembre 2012

Una giornata senza dito medio


Martedì scorso faccio un incidente che rende momentaneamente inutilizzabile il dito medio di entrambe le mani.
Tra tutte le parti del mio corpo che potevo ferirmi si tratta, forse, di quella più buffa.
Non per me. Non ha niente di buffo ritrovarsi con un paio di polpastrelli in meno. Senza contare il dolore. Non ho mai sopportato tre cose: la musica portoghese, i bambini all’uscita di scuola ed il dolore.
Le reazioni della gente al mio piccolo problema alle dita sono state tutte molto originali.
Il 90% della popolazione maschile ha fatto allusioni sessuali riguardo presunte vagine dentate. Velo pietoso mode: on.
Le donne invece non perdono occasione per trasformarsi in crocerossine.“L’hai disinfettato?”“sei andato al pronto soccorso?”. No, ho inserito le dita in una fogna e mi sono divertito a scrivere “ti amo” sull’asfalto con il guano.
Tutti, ma proprio tutti: uomini, donne, omosessuali e falsi-gay/bisex-per-moda mi hanno chiesto in mille modi la dinamica dell’incidente. E se non volessi o non potessi dirlo?  
Solo ora mi rendo conto di quanto sia indispensabile il dito medio. Trazioni, escavazioni, igiene personale. Niente di tutto questo è possibile senza dito medio. Solitamente relegato alla sua funzione più becera (mandare a quel paese la gente), esso riveste un’importanza fondamentale nella vita quotidiana.
Per esempio, adesso non so come scavare per conservare gli ultimi cadaveri rimasti.