Mercoledì 26 settembre 2012. Il centrodestra italiano scopre indignato l’esistenza del delitto di diffamazione, bollandolo come fascista e quindi sbagliato. Parte del centrodestra si chiede come mai dovrebbe essere sbagliato se è una roba fascista, ma comunque lo ritiene sbagliato. Perché i giornalisti non si toccano. Cioè si che si toccano, ma non in questo modo. O meglio, si toccano ma solo se ce n’è una ragione. E questa non è una ragione. Mica parliamo di Travaglio o di Luttazzi. In sintesi, il delitto di diffamazione è come la peste e dev’essere fatto saltare in aria. Come i magistrati sgraditi, anche i reati antipatici possono essere condannati a morte. Ne prendiamo atto.
Sabato 29 settembre 2012. Viene fuori uno scarabocchio firmato Lavitola naturalmente accolto come uno scoop rivelatore di verità inconfutabili. Fini quindi dice che “Berlusconi è un corruttore” (Buongiorno prinscipessa!) e Berlusconi, eterno leader del centrodestra, annuncia una bella querela per diffamazione.
TRE GIORNI. COME GESU’ CRISTO!
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