martedì 26 febbraio 2013

Psicodramma Democratico



Diciamocelo chiaramente. Sarebbero stati scontenti in ogni caso.

Dopo le prime proiezioni, alle 15,30 del pomeriggio, un mare di sinistri era già indignato. Eppure erano dati per vincenti di 5-10 punti percentuali. 

Non c'è modo d'accontentarli. Non sarebbero felici nemmeno se riprendesse vita Baffone e se questi venisse ad okkupare l'Italia con l'Armata Rossa. Troverebbero sempre il motivo per essere inappagati, incompleti, vuoti nel profondo dell'animo. Perché Maurizio non ha vinto Master Chef o perché l'ultimo Angelus del Papa non ha menzionato l'ormai prossima uscita del nuovo disco di David Bowie. Ve li immaginate che di colpo smettono di far sciopero al liceo classico solo perché adesso sono loro a comandare?

Appena è incominciata la rimonta di Berlusconi, lo snobbismo fisiologico dei socialisti (o cripto-socialisti) si è trasformato in un vero e proprio psicodramma collettivo.

Il cataclisma vero e proprio si è abbattuto al momento del "pareggio".

La candidata modenese della lista Ingroia che afferma "da oggi evado le tasse" è solo uno dei tanti momenti esilaranti della giornata dello spoglio. 
Il resto è tutto un brulicare di insulti a quella parte d'Italia che la pensa diversamente. Chi vota diverso sarebbe (a piacere) ora un colluso, ora un mafioso, molto più spesso un ignorante e talvolta semplicemente una merda o un figlio di puttana.

L'aggiornamento di stato di una consigliera comunale PD è tutto dire:


Perfettamente in linea con il sentire comune della sua gente

chi si esprime con frasi del genere non è né cattivo né stupido (non necessariamente), solo disabituato al dialogo con persone diverse e al pluralismo. Alla faccia della democrazia!

Alla fine, però, questa mania di dividere il mondo sempre tra buoni e cattivi, tra persone degne di vivere-pensare-votare e persone indegne e quindi mafiose o chissà cos'altro non ha fruttato molto.

Montagne di messaggi in cui si dice "me ne vado dall'Italia" solo per prendere le distanze dai "diversi". Non si a voi ma a me sembra una roba d'un classismo-razzismo disarmante. Una massa di radical chic arroga a sé il monopolio del pensiero critico e declassa tutti gli altri a veri e propri criminali.

Il top della serata, una albanese che, per prendere le distanze dall'Italia, invece di tornarsene nel suo Paese, sbotta in questo modo


In poche e semplici parole, la democrazia per loro è una brutta brutta bestia. Piace ai socialisti solo quando sono loro a stravincere. Idem per quanto riguarda le tasse, la cosa pubblica e tutto il resto. Le elezioni per loro sono robaccia inutile, da plebaglia. 

Il PD ha incominciato questa campagna elettorale da più di un anno. Avrebbe dovuto asfaltare Berlusconi. Ha persino scelto il suo uomo migliore interpellando tutto il popolo delle primarie. 

Il resto è storia: la campagna primarie tutta incentrata sul concetto di usato sicuro, la vittoria schiacciante di Bersani a colpi di fango ed illazioni su Renzi, additato di essere un Berlusconi 2.0, ed ora il sostanziale pareggio tra Bersani ed il vero Berlusconi, rinato dopo il KO di Santoro in trasferta. Pochi sarebbero stati in grado di partire da un vantaggio stratosferico e finire col pareggio. Orbene, Bersani ce l'ha fatta. 

I soliti premi Nobel. I democratici, per allontanare quello che dipingevano come "nuovo Berlusconi", forse saranno costretti ad aprire le porte al Berlusconi vero, se vorranno evitare il compromesso con Monti e Grillo e governare. 

In effetti, formalmente hanno pure vinto (di un mezzo punto alla Camera) ma si rendono conto che una vittoria del genere serve solo a consegnare a Bersani un giocattolo vuoto, un'arma scarica, utile a bruciare il loro candidato migliore e, forse, persino a disintegrare la loro occasione più preziosa, quella contro un Berlusconi a loro dire stremato, vecchio, inutile, poco credibile ed elettoralmente impresentabile. Tant'è che quasi perdevano.

Veniamo al dunque. Il PD insieme a tutti i suoi funzionari palesi o striscianti ha seminato per decenni il germe di una mentalità anti-storica ed anti-occidentale. Ha amabilmente allevato nel suo ovile una massa di potenziali elettori sempre incazzati e scandalizzati per ogni minima puttanata. Il Partito si è reso complice di interpretazioni oltranziste della Costituzione, di false informazioni su tutto, ad esempio sull'art.18 dello Statuto dei lavoratori ed ha portato avanti un'etica che fa sembrare Ruhollah Khomeyni un magnate del porno. 

I democratici italiani sono colpevoli di non aver mai spiegato ai loro elettori che esiste un mondo là fuori. Purtroppo si è preferito tenere tanti uomini e donne al calduccio, per godere del tepore di una ideologia in fase di decomposizione avanzata. Il livello di falsificazione della realtà è così avanzato che oggi qualcuno si chiede addirittura come mai gli italiani votino per il proprio utile o "per soldi". Per quale motivo si dovrebbe eleggere un proprio rappresentante, se non per fare i propri interessi? Per fare un regalino a Rosy Bindi? Loro amano l'usato sicuro. Magari sono spinti da puro amore e vogliono offrire un sostentamento ai loro idoli. Ma non possono aspettarsi che tutti gli italiani siano mossi da simile filantropia.

Il risultato è che questa massa di gente insofferente alla modernità ed alla complessità si è ritrovata a dover fare i conti con un fenomeno molto più consono alle sue esigenze culturali: Grillo. Ecco come mai è avvenuto il grande travaso dei potenziali elettori di sinistra sul Movimento 5 Stelle. 

Si chiedono come mai abbiano solo perso elettori senza conquistare un solo nuovo fesso in grado di votarli. Qualcuno addirittura si domanda se non fosse il caso di formulare qualche proposta, qualche promessa in alternativa a quelle di Berlusconi. Intanto, ormai, è troppo tardi. Non resta loro che godere dell'elettorato usato e sicuro.

Certo non tutti i voti del M5S vengono dal centrosinistra, ma è da questa parte che è stato totalmente sprecato l'enorme gap di potenziale consenso e di acclarata avversione a Berlusconi. Niente da fare. Lo sdegno equo e solidale tra PD e PDL è stato più forte del senso di appartenenza alla sinistra e dell'adesione al programma metaforico-democratico e all'agenda filosofico-vendoliana. A questo si aggiunge il fondato timore di un terrorismo fiscale che, forse, spaventa più dell'alea dell'irrealizzabilità delle promesse di Berlusconi o di Grillo.

Però non tutto è perduto, qualcosa di buono l'abbiamo ottenuto, grazie ad Ingroia. Di Pietro è fuori dal Parlamento, la sinistra hardcore resta esclusa, il tentativo di riciclare Rifondazione è miseramente fallito e quel 3% in meno ha letteralmente spezzato le gambe al cntrosinistra. Una vera Rivoluzione Civile, insomma. Ingroia ha mantenuto le promesse senza neppure arrivare in Parlamento: ha fatto pulizia. 

Agli snob non resta che trattare con Monti, narrato come una specie di Lucifero, o fare un patto con Grillo, bersaglio costante di denigrazione e sberleffo. Vedremo se ai democratici faranno ancora schifo il liberifmo del primo dei due e il populifmo del secondo, quando sentiranno il profumo irresistibile delle poltrone. Auguri, siete i migliori.

domenica 24 febbraio 2013

Tipi da seggio



E' una scuola elementare ma, per l'occasione, è blindata e trasformata in un punto nevralgico dell'esercizio della democrazia italiana. Atmosfera frizzantina, gente visibilmente eccitata o agitata che cammina fumando e descrivendo traiettorie regolari e geometrie complesse. Tutti con il volto che sembrava voler dire "Da questo momento dipende il resto della mia vita". Insomma, come  davanti alla Snai.

Nei giorni d'elezioni funziona tutto così, le scuole diventano il luogo dove anni ed anni di mobilitazioni, manifestazioni, indignazioni, girotondi ed intercettazioni finalmente si concretizzano in una Ics

Sono andato ad esercitare il mio diritto dovere di elettore. E' stato bellissimo, perché ho trovato tutti i più "tipi da seggio" che mi aspettavo. 

Ci sono diversi posti di blocco con poche persone in giacca e cravatta radunate che si sprecano in  occhiolini, strette di mano energiche ed altri segni di complicità di vario genere. E' evidente che si tratta dei galoppini del candidato cittadino favorito nelle liste. Il loro unico argomento di campagna elettorale in due mesi esatti è stato quello del campanilismo, con slogan tipo "fai vincere la tua città". Contenti loro.

Superati i "posti di blocco", sulla porta trovo un amico che poi è il capo del comitato di Rivoluzione Civile - Ingroia del mio paese. Gli dico che spero che i compagni non arrivino perché tutti a letto con una gamba rotta. Lui mi risponde che gli porto fortuna, l'ultima volta che gli ho augurato tutto il male possibile è andata alla grande con il partito. 

Entro e mi metto in fila davanti alla mia sezione. 

Tra tutte le persone presenti, alcuni erano immediatamente distinguibili, con le facce corrugate da espressioni cattivissime, qualcuno si lascia sfuggire persino una o due bestemmie. Tanta era la tensione che sembrava di essere bloccati nel traffico, ma questi non erano insofferenti della coda, al contrario, erano fieri di scalpitare e mostrare il loro gesto di sfida. Strisciano lo zoccolo sul pavimento, si piegano e sputano fumo dal naso inanellato, emettono versi bestiali, tengono stretto il documento d'identità e ogni tanto non ce la fanno più e mimano il gesto del tirar calci. Così, nel vuoto. Non vorrei dare giudizi avventati ma tutti questi esemplari dovrebbero essere gli elettori del Movimento 5 Stelle, campioni assoluti dell'air kicking. Ne fermo uno e gli chiedo che ore sono. Lui mi risponde: "E' l'ora di prenderli tutti a calci nel culo e aprire il Parlamento come una scatoletta di tonnooo, svegliaaaaaa!!!!1"

Con una gocciolina d'imbarazzo disegnata sulla mia testa mi allontano e vedo un folto gruppo di gente normale. Erano tutti giusti, si facevano domande retoriche e si rispondevano tra loro "Giusto!" o "Siamo l'Italia Giusta" senza nemmeno attendere la risposta dell'interlocutore. Tutti fieri dei loro occhialini tondi da maestrino o da maestrina. Non ne conosco nessuno, ma sono quelle tipiche persone che vedi ovunque tutto il giorno, perché non hanno di meglio da fare. Parlano della partita di stasera, ovviamente tifano la squadra della maggior parte degli italiani, la Juve. Gufano contro il Milan. Parlano per ore di calcio senza prendersi a ceffoni. In quel momento mi sono rallegrato. Un po' di gente del PD tra le palle è il miglior spot elettorale a favore degli altri. 

Poco prima d'entrare in aula scorgo un paio di persone in fila con in mano una busta da lettera. Una di loro si avvicina al presidente di seggio chiedendogli: "ma l'IMU da restituirmi lo tenete dentro queste due scatolone? Io ho portato la lettera che mi è stata spedita". Il presidente, con molto garbo, risponde al signore che non era quello il luogo e il momento adatto per la restituzione. Intanto l'uomo con la busta da lettera in mano continuava a scambiare le urne per forzieri contenenti montagne di denaro. Dopo il voto, comunque, né lui né gli altri se ne volevano andare senza i soldi dell'IMU. Si è reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine. Secondo voi queste persone chi hanno votato? 

Poco prima di me un gruppetto di persone con strani copricapo di carta stagnola ha chiesto di far verbalizzare la loro volontà di non votare. Il presidente, col solito garbo, risponde "Non potevate restare a casa come fanno tutti gli astenuti normali?". Ma loro rispondono, quasi all'unisono "Noi vogliamo far verbalizzare i motivi della nostra astensione: il signoraggio, la banca centrale, il nuovo ordine mondiale, la sovranità monetaria e l'alta finanza". Il presidente finge di appuntare tutto, poi li saluta. Loro, pienamente soddisfatti, provano ad andarsene col teletrasporto. Cose simili richiedono concentrazione. Non ci riescono, però uno di loro si caca addosso per lo sforzo.

Non vi dico che spettacolo offrono gli annullatori delle schede. Ogni tanto si vede qualcuno che s'addormenta in cabina, per poi vederlo uscire con la scheda piegata ma umida o gocciolante. Oddio, visto che la nuova linea guida del Movimento 5 Stelle è di leccare matita e scheda per assaporare la vittoria, non mi stupirei se l'umidità fosse dovuta alla saliva. 

Un attimo prima d'entrare nella mia cabina incrocio lo sguardo di un altro tizio che stava per fare la stessa cosa. Mi blocca e mi dice "Cosa guardi? Mi vuoi distogliere dal mio diritto dovere di voto? Vuoi impedirmi di votare? Ho capito cosa vuoi fare, vuoi comprarmi! E' voto di scambio questo! E' voto di scambio!". All'uscita della cabina ho visto che aveva già preso le mie generalità per denunciarmi. Non so voi, ma io penso che si trattasse di un tipo da Rivoluzione Civile.

Altro aneddoto interessante. Prima d'uscire mi faccio un giro nell'istituto e vedo tanti esempi d'umanità varia, finché non incontro una comitiva di bulletti. Avanzavano con fare spavaldo. Uno di loro mi chiede se ho votato Fare per Fermare il Declino. Io rispondo. A quel punto iniziano ad entrare in competizione con me ed anche tra loro, perché alcuni dicevano di aver votato Fare più di altri. Per farla breve, li ho lasciati che si dicevano frasi del tipo "Io ho messo tre croci sul logo di Fare", "Io invece ho calcato così tanto che ho quasi squarciato il foglio", "Io ho usato le linee della croce come sistema di assi cartesiani ed ho svolto uno studio di funzione". L'arietta non era delle migliori, allora ho preso immediatamente le distanze prima che iniziassero a volare i ceffoni. Ovviamente, il solito elettore di Rivoluzione Civile osservava e intercettava tutto da lontano, svolgendo indagini su tutti i delitti (anche solo in forma tentata) che si stavano consumando all'interno di quel gruppo.

Mi fermo all'entrata della scuola per vedere se si avvicinava qualche squadrone di ragazze mezze nude in vena di proteste. Ma niente da fare. Tempo sprecato.

Mentre facevo ritorno a casa, immediatamente fuori dall'istituto, incrocio un nutrito gruppo di vecchi amici che non vedevo da circa sei anni, coi quali ho felicemente banchettato e sbevazzato. Stranamente nessuno di loro mi ha risposto al saluto. Non sono cattivi, non ce l'hanno con me, sono semplicemente smemorati, rimuovono tutte le persone con cui pranzano e cenano, sono i tipici elettori di Sinistra Ecologia e Libertà. 


mercoledì 20 febbraio 2013

Dimissioni Giannino, ha vinto la parte peggiore del partito



Procediamo con ordine.

1. nasce Fare per Fermare il Declino, un partito con un nome ridicolo e sbagliato, attivisti non sempre simpatici ed affabili (anzi quasi sempre repulsivi sul lato umano), ma idee tutte condivisibili anche se non complete di valori non strettamente legati al modo di ragionare "economico". 

2. a un mese dalle elezioni ritengo che la lucida follia di questo partito, pur nelle tante contraddizioni e problematiche che lo affliggono, sia da supportare. E lo faccio in modo esplicito. Ovviamente, nella speranza di una maturazione del partito in qualcosa di più completo, magari interessato a tematiche non superficialmente bollabili come economiche (vista la palese irrazionalità di un simile distinguo).

3. a una settimana dalle elezioni salta fuori che il candidato premier, leader e uomo immagine del partito non ha un master a Chicago. Ora, conosco tante persone competenti, felicemente sposate e addirittura con figli che non hanno mai frequentato lezioni a Chicago. Capita, non ne fanno un dramma. Certo, qualcuno di loro sarà pure in psicoterapia, magari per altri suoi problemi lievemente più seri. Però, a parte le cazzate che si raccontano su Badoo solo per abbordare, nessuno di loro si sogna di spacciarsi per specializzato a Chicago. Giannino sì, ma questo non mi ha impedito di sostenerlo con convinzione. 

4. subito dopo la storia del master, qualcuno inizia a chiedergli delle due lauree. Giannino risponde di non averle mai conseguite. E' legittimo, quindi, sentirsi leggermente presi per culo. Allora ho chiarito alla pagina 777 del televideo (e con questo simpatico articolo) che non scherzavo quando dicevo che m'importa non della persona Giannino ma del suo programma, condiviso da un movimento di centomila aderenti (tra i quali il fesso che sta scrivendo, che ha firmato il Manifesto il giorno stesso della sua pubblicazione!). Pertanto, auspicavo ad un'ultima botta di reni per arrivare a questo benedetto sbarramento, ma con una testa nuova. Ossia, buttando al macero la componente giacobina, spocchiosa e presuntuosa del partito, finora drammaticamente prevalente.

5. sostenere ancora Giannino sarebbe stato un grande gesto di perdono, una prova di liberalismo, un importante atto simbolico a cui associare un mea culpa che avrebbe dovuto essere fatto da tutti gli fondatori del movimento. Si può presumere, infatti, che durante qualche cena elegante avessero già fatto ad Oscar una mezza domanda sui tempi dell'Università, anche solo per parlare di fregna. Ammesso che tra luminari si possa parlare della fregna rimorchiata, visto che quest'ultima non rientra le priorità economiche del Paese. 

Cosa succede oggi.

La Direzione si è orientata da tutt'altra parte, accogliendo le dimissioni del giornalista e sostituendolo immediatamente. La scelta più bacchettona possibile. Giannino viene presto sostituito con una donna, giusto per rimarcare il gap antropologico con gli altri partiti ("vedete? Noi sbagliamo e, per flagellarci, scegliamo una donna al volante, in remissione dei nostri peccati"), la comunicazione del partito, da un millesimo di secondo dopo la sostituzione, è boriosa e piena di rabbia (partono i soliti insulti ad Abberlusconi e al centro, tanto per cambiare). Non si nomina la nuova leader senza dimenticare per un attimo il suo titolo di abilitazione professionale: la parola "avvocato" diventa una specie di copertina di Linus della nuova fantastica Presidentessa. So che manca poco all'indicazione del suo Foro d'appartenenza, partita iva, indirizzo p.e.c. e crediti formativi accumulati quest'anno. Tra non molto dialogheremo direttamente con il suo Consiglio dell'Ordine d'appartenenza che dovrà testimoniare la lealtà e probità dell'avvocato. Il partito, invece di guadagnare punti in garantismo, inizia a gareggiare nell'unica disciplina olimpica più cretina della gara a chi ce l'ha più lungo: la gara a chi si dimette prima ("Noi siamo i migliori, ci dimettiamo al primo rutto che facciamo, neanche la bocca devi aprire e già facciamo un passo indietro e per poco non ci suicidiamo come i samurai").

Con un episodio increscioso e sgradevole come quello accaduto a Giannino, per colpa di quest'ultimo (è bene ricordarlo), il partito avrebbe potuto ammettere l'imperfetta umanità del suo leader ed andare avanti riformandosi, ossia completando la sua evoluzione, sposando i valori della tolleranza, del garantismo e l'insofferenza ad ogni forma di etero-determinazione dei propri candidati per mezzo degli scandali strettamente strumentali alla destrutturazione del movimento. Al contrario, il partito ha deciso di scaricare Giannino, imboccando la strada diametralmente opposta da quella da me sperata e suggerita. Ma vi è di più. Con quest'atto di dimissioni-record (come fossero un merito) si è trasformata un'occasione per delle umili scuse (da parte di tutto il partito) in un pretesto per fare delle dimissioni addirittura un motivo di vanto. 

Ora siamo al paradosso: la superiorità intellettuale ed antropologica è alle stelle, Michele Serra addirittura scende in campo in difesa di Fare (già questo è per me un buon motivo per non votarlo), si è creato un precedente fulminante, secondo cui nessuno può mai andare esente da atti di suicidio dimostrativo, nemmeno a quattro giorni dal voto. E l'immagine del partito oggi, non è solo sporcata dalle balle, è anche incattivita da un volto vendicativo, puntiglioso e più sbruffone che mai. 

Fare per Fermare il Declino oggi è come una scultura così perfetta che riesce a spaventare lo stesso scultore da cui è stata intagliata. Per poi divorarlo. Anche la più sublime delle opere d'arte è solo una creazione, una "cosa", fatta da un uomo, a sua volta imperfetto, che immancabilmente sbaglia, ma può redimersi e forse anche per questo può fare tanto di buono per gli altri oltre che per sé stesso. L'implacabilità della punizione, invece, né cancella né dissipa gli errori, semplicemente autorizza il boia a guardare avanti con la solita megalomania, senza porsi domande, senza nemmeno un minimo esame di coscienza, che pur sarebbe doveroso. Da parte di tutti.

Giannino, prova a prendermi


Nel delizioso film "Catch me if you can" un magistrale Leonardo Di Caprio fotteva il mondo intero spacciandosi prima per pilota, poi per avvocato e infine persino per chirurgo. 

Le competenze valgono più dei titoli, e quel Di Caprio lo sapeva bene. Questa realtà non può sfuggire, a maggior ragione, a chi ha fatto dell'abolizione del valore legale del titolo di studio un cavallo di battaglia.

Da poche ore sappiamo, per bocca dello stesso Oscar Giannino, che quest'ultimo non solo non frequentato mai lezioni presso l'Università di Chicago, ma non ha mai conseguito alcuna laurea (delle due sin ora dichiarate su tutti i suoi cv disponibili su internat). A quanto pare, invece, ha solo frequentato qualche lezione presso la facoltà di legge. Alcune evidenze:

1) Quelle poche lezioni di legge bastano a Giannino per saperne più di qualche illustre giurista attualmente candidato o in carica in lungo e in largo nello stivale italico.

2) L'esperienza da giornalista economico ha fatto di Oscar un esemplare di metodo e rigore, oltre che un gran divulgatore del sapere economico. Come per quanto riguarda il giornalismo scientifico di Piero Angela. Questo è solo un grande merito.

3) Se solo avesse dichiarato prima di candidarsi di non essere laureato, Giannino avrebbe avuto modo di inchiodare tutti i suoi avversari, dimostrando di essere più competente di tutti, anche senza la necessità di dimostrare qualcosa basandosi sul timbro apposto dallo Stato-erogatore di istruzione pubblica.

Il giornalista, però, aggiunge di non aver mai speso titoli di cui non dispone. Mi si permetta di dire che questa circostanza non corrisponde a verità. Oggi come oggi, il solo relazionarsi in via telematica consente di "esporre" in via riassuntiva talune parti della propria vita (tra queste rientra ovviamente anche la laurea), sulle quali si fonda la propria immagine pubblica. Non solo. L'ultima volta che ho visto Oscar in un comizio, ho appreso dalle sue parole alcuni particolari dai quali emerge che questi tiene lezioni. "Ai miei alunni spiego che..." allora vorrei capire sulla scorta di quali meriti gli è stato consentito di fornire spiegazioni a qualche studente, anche se in via non ufficiale o accademica. 

Resta solo l'amarezza di chi è consapevole che questa lucida follia del voler impiantare in Italia una forza politica autenticamente liberale finirà col fare a botte con le leggerezze di una persona che, quantunque forte e capace di portare avanti un programma condiviso e validissimo, in questo momento, mette in serio pericolo la stabilità oltre alla credibilità del movimento (e di tutti quelli che nel suo solco vorranno nascere nei prossimi anni). Il tutto, perché viene più che naturale identificare  erroneamente Fare con Giannino e Giannino con Fare. 

Certo ora non saremmo in preda al panico se solo, nel partito, ci fosse stato un minimo di feticismo in meno verso i titoli di studio. Meno spocchia, meno superbia, meno vanità, meno insistenza sulla presunta superiorità culturale o antropologica nei confronti degli altri, trattati come bifochi. Anche meno panzane.

martedì 19 febbraio 2013

Dall'antipolitica alla cretinogenesi dell'ultra politica e della caccia al curriculum



Il nuovo Parlamento è quasi pronto ad essere impiattato. Manca solo una piccola formalità: le elezioni. Ciò che può variare è quel numero di aspiranti parlamentari che si ritrova candidato in posizioni troppo basse nelle liste o la presenza di forze politiche che rischiano di non passare la soglia di sbarramento. Manca quindi solo la salsa d'accompagnamento, che non conta nulla ma è  indispensabile per servire un piatto complesso come il rognone.

Spesso sento dire che gli italiani sarebbero stanchi dei partiti o di "questi" partiti. Mi chiedo se gli stessi italiani fossero in vacanza quando Bersani ha vinto le primarie sull'onda dell'ideologia dell'usato sicuro.

La "gente" è stanca anche di Berlusconi, secondo la leggenda che è stata abilmente montata. A me pare che gli italiani non abbiano cambiato le proprie idee ed esigenze rispetto alla precedente vittoria schiacciante del PDL. Il centrosinistra, dal canto suo, non ha mai voluto soddisfarle. Se c'è qualcuno che non ne può più di Berlusconi, si tratta di qualche vecchio rincoglionito o di qualche moralista la cui crescita si è bloccata in seguito all'affare Ruby. Solo gli idioti possono cambiare idea per motivi altrettanto idioti.

Certo è diverso se parliamo dell'elettorato liberale incazzato perché le riforme liberali risultano ancora non pervenute. Nemmeno la riforma della giustizia, che pure era utilissima allo stesso B.
Ma l'elettorato liberale non fa notizia perché non rompe vetrine, non incendia i cassonetti, non insulta o riempie di oggetti da lancio le forze dell'ordine, non gambizza gli avversari politici, non apre 60 ristoranti italiani negli USA, non monopolizza la satira in Rai, non utilizza come megafono il Festival di Sanremo. Vedete un po' che sfiga.

Non capisco, dunque, di cosa si lamentino gli elettori di sinistra quando affermano che Berlusconi non avrebbe fatto niente in vent'anni. Dal loro punto di vista non può che essere un bene. E poi mica è vero che Berlusconi ha governato per vent'anni. Ma ai "progressisti" sfugge anche questo particolare, perché loro non hanno memoria dei ruggenti anni dell'Ulivo e dell'Unione, o forse per loro si tratta di aspetti irrilevanti. Robetta. I comunisti non si rendono conto di aver preso il potere finché non vedono la gente morta e appesa.

Non possono far nulla i nostri eroi dello slow food social democratico se subito dopo di loro arriva il Caimano che, con le sue riforme, ha distrutto il Paradiso Terrestre lasciato dal centrosinistra. Riforme che Berlusconi, per stessa ammissione della sinistra, non ha realizzato. Un altro mistero che necessita l'intervento di Daniele Bossari.

La stragrande maggioranza dei fierissimi avversari di Silvio non ha una sola idea condivisa. E si capisce: la campagna elettorale del futuro primo partito italiano si è mossa nel silenzio su ogni tema di dibattito politico. Passo felpato, come Catherine Zeta Johnes in Entrapment. Perché ogni minima presa di posizione può costare carissima a Bersani, come se stesse sfilettando un pesce palla. 

Gli unici che straparlano sono i grillini. Uno di loro mi ha persino detto, ingenuamente, che Oscar Giannino avrebbe "copiato l'antipolitica" del guru Beppe Grillo, a proposito dell'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e della riduzione della spesa pubblica.

La cosa divertente (si fa per dire) è che qualcuno in Italia possa realisticamente credere che sia razionale, con una mano, restituire il finanziamento pubblico e, con l'altra, provvedere a nazionalizzare qualsiasi cosa vada storto, dalle banche ai servizi, alle imprese in difficoltà. Come promette di fare il Movimento 5 stelle.

Oltre ai singoli spot bisognerebbe analizzare la coerenza, la coesione e la fattibilità dei programmi elettorali. Quando questi programmi esistono. Ad alcuni partiti viene in aiuto Sanremo che, prontamente, espone il programma che i candidati non hanno ancora messo in chiaro.

Per fortuna, nel caso di Grillo, abbiamo tanto materiale a disposizione. L'idea di fondo è che si voglia un ultra-stato in cui una fantomatica nuova politica, fatta da non da onorevoli ma da cittadini, possa sopperire alle inefficienze della vecchia politica ma anche della società produttiva, monopolizzando -di fatto- ogni aspetto della vita pubblica e privata, con uno Stato padre e padrone di tutto.

Davanti a una logica del genere, è ovvio che gli amici di Casa Pound, la cui coerenza è indiscutibile, appoggino il leader spirituale Beppe Grillo. Forse questi ultimi sono gli unici ad aver compreso in modo autentico la portata del Movimento 5 Stelle e la sua continuità storica con i loro miti di sempre, non solo nei toni e nei gesti come la grande traversata a nuoto dello Stretto di Messina.
Ogni giorno passo davanti all'ufficio di un politico locale. Ex assessore, una vita alle dipendenze di un carrozzone pubblico. A Natale e a Pasqua, si possono ancora osservare parate di ceste stracolme di doni, dirette al suo locale.

Mi sono sempre domandato per quale motivo un politico o un ex politico abbia bisogno di un ufficio, uno stanzone vuoto e squallido con dentro al massimo qualche calendario ricevuto in regalo e un crocifisso (perché non si sa mai...). In questo ufficio non ci sono attività da svolgere, nessun lavoro. Eppure è sempre aperto e frequentato, anche non in periodo pre-elettorale come questo.

Il popolo riconoscente ed ossequioso nei confronti dell'Assessore si svena per far entrare un parente nelle forze armate e, subito dopo, trasforma la festa in una rivolta, quando il politico di turno viene preso con le mani nella marmellata. A quel punto il popolo invoca il sangue, la forca e il cappio.

E come dimenticare le vesti stracciate davanti a Fiorito? Questi era sicuramente considerato, fino a qualche minuto prima dell'esplosione dello scandalo in Regione Lazio, uno di quegli uomini simbolo del "radicamento" sul territorio. Quell'espressione della base elettorale, l'uomo da mandare nell'apparato statale per il bene della comunità d'appartenenza, il "filo diretto" con le istituzioni. Insomma, una specie di eroe.

Sicuramente per Fiorito e tanti come lui, si saranno spese cifre da capogiro per locare tutti gli immobili disponibili per farne comitati elettorali e riempire di cartacce propagandistiche ogni buco libero della città. Chissà se pesa di più questa carta e la colla necessaria ad appiccicarla o l'inchiostro e la carta stampata necessari a darlo in pasto alla folla inferocita.

Il campanilismo e la smodata ricerca del politico che sia espressione del paesello, la voglia di far arrivare a Roma la persona a cui dici "buongiorno" ogni volta che la incontri per strada, dissimulano a malapena la puntuale intenzione di ottenere favori d'ogni genere. Chi si compatta su politici espressione del territorio solo perché -appunto- sono espressione del territorio non realizza niente di buono per la comunità ma solo una fucina di reati contro la Pubblica Amministrazione. Purtroppo, però, fenomeni del genere sono nel DNA della nazione, in barba ad ogni logica e ad ogni mito dell'anti politica.                     

La "gente" non esiste, la "società civile" è un branco di delinquenti, gli "indignati" sono solo dei ladri falliti o che non hanno avuto una fetta di torta abbastanza grossa da dar loro soddisfazione. Il popolo italiano non è né stanco né maturo, è solo affamato. Per un motivo: la torta da dividere per clientele, favori e mungitura diretta dalla mammella dello Stato si è drasticamente ridotta. Per questo, nella ristrettezza delle possibili ruberie, il popolo marrone preferisce legalizzare il parassitismo, affidando le sorti della nazione ad inguaribili statalisti, travestiti da seriosi politici usati ma sicuri o da comici capipopolo che promettono i calci in culo a tutti.

Prima o poi qualcuno avrà voglia di spiegare che non c'è una bestia da issare sulla croce, non c'è un Fiorito o un altro che incarna il male della politica e dall'altra parte un esercito di patrioti pronti a fare la Rivoluzione Civile o gente "stellata" a la Bruno Barbieri. La scelta politica non è una scelta di vita, non è come convolare a nozze con qualcuno, non deve ricadere sull'uomo perfetto.

La retorica del candidato pulito e senza macchia è solo una storiella comoda a chi deve giustificare i privilegi dei soggetti che si trovano a guidare il Paese. La questione morale è una balla colossale: uno strumento nelle mani dei più criminali stat(al)isti per sbranare il popolo in forza di un presunto principio di superiorità di chi comanda rispetto allo sfigato contribuente vessato e sottomesso.

Non esistono politici buoni, belli, bravi, competenti o splendidi e politici da buttare. Esiste il potere. E quest'ultimo corrompe sempre e comunque. Ecco perché dev'essere frammentato, distribuito, quasi polverizzato. La cosiddetta anti-politica promette l'esatto opposto: centralizzazione, pianificazione e controllo, un programma apocalittico che non può che servirsi della maschera della nobiltà d'animo dello statista. Come nella migliore tradizione italiana, sin dall'anno 1919.

La teoria del politico perfetto, da sposare, e delle elezioni come grande agenzia matrimoniale, è diventata un trend su cui è stato costruito ogni agire politico. Il tutto, ovviamente, con risultati a dir poco penosi e paradossali.

Dopo aver sostituito la centralità del programma elettorale con il casellario giudiziale, una nuova leggenda viene confezionata e servita all'elettorato più sprovveduto: il politico dei sogni si sceglie col curriculum vitae.

Diventa d'attualità non solo la seppur minima disavventura, anche già conclusa, con la giustizia, ma persino la veridicità dei titoli di studio del cv.

E siamo arrivati a toccare quel fondo che stavamo intravedendo già da tempo.

Chi non ha invidiato nemmeno una volta nella vita tutti quei paesi dove i politici si dimettono persino se non hanno citato una fonte nella tesi all'Università? Pochi, a dire il vero.

Siamo stati imbottiti di esempi del genere, è stato creato un elettorato cretinamente modificato, pronto a passare a setaccio prima il casellario giudiziale, poi il certificato dei carichi pendenti e infine pure il curriculim. E non sia mai se qualcuno ha osato mentire o nascondere qualcosa! Bassezze simili possono far venir meno il "rapporto fiduciario".

Una cosa del genere è stata affermata da Oscar Giannino nei confronti di un candidato siciliano nelle liste di Fare, su delazione de Il Fatto Quotidiano, prontamente ringraziato dal barbuto e variopinto giornalista.

Il candidato è stato espunto perché non aveva dichiarato d'essere stato prosciolto per avvenuta prescrizione del reato. Su certe cose non si può certo restare in silenzio. Come no.

A distanza d'un mese, uno dei fondatori di Fare per Fermare il Declino, Prof. Luigi Zingales, si dimette per prendere le distanze dallo stesso Giannino, reo di aver addirittura fatto riferimento ad un master negli USA, dove insegna Zingales. Master in realtà mai conseguito. Lesa maestà! Sarebbe venuto meno, anche in questo caso, il rapporto fiduciario.

La lezione dei moralisti ha colpito nel segno: Zingales si dimette perché (non lui ma) un candidato del suo partito ha scritto un'informazione fuorviante nel suo curriculum. L'apoteosi, il capolavoro dell'onestà e del nobil gesto politico. Il sublime che si fa uomo, la raffinatezza che diventa dimissione. L'uomo che viene dall'Alto, che si fa carne e si immola per redimere i peccati del giornalista Giannino.

Questa è una batosta per Fare ma è anche un'opportunità, per due ragioni.

La prima. Serve a ricordare, qualora qualcuno tra i militanti più intransigenti ed invasati se ne fosse dimenticato, che Giannino è un mortale. Non un semidio come il Prof. Zingales, non un'entità al di là del bene e del male come il Prof. Monti, non il motore immobile come Pertini, ormai inserito nel Paradiso del Divino Cristicchi.

Essere consapevoli dei limiti e della fallibilità del proprio riferimento politico può solo essere un monito sulla sua missione più autentica: ridimensionare e parcellizzare il potere autoritativo dello Stato, per renderlo quanto più neutro possibile. Perché non esiste nessun sovrano "illuminato" e nessuno merita di esserne suddito. Lo statista non necessita l'unzione del Signore, ma solo precisi e chiari obiettivi programmatici da realizzare.

La seconda. Fare per Fermare il Declino non dev'essere una succursale de Il Fatto Quotidiano. Con tutto il rispetto per le succursali. Non può essere un partito giustizialista e bacchettone, ma una autentica forza liberale impostata su veri valori altrettanto liberali. Il garantismo non è pura circostanza o un vuoto esercizio retorico, ma quello strumento che consente di privare di rilevanza, ad esempio, un gesto fatto sei giorni dalle urne poiché sospetto di essere meramente strumentale per colpire un avversario politico o ad un collega di partito da cui si è stati messi in ombra (e si sa che le divinità non amano essere adombrate dai comuni mortali). A questo servono le garanzie proprie di ogni stato liberale, se qualcuno non l'avesse capito.

Pertanto, oggi il mio sostegno ad Oscar Giannino è ancora più tenace. Innanzitutto perché so che non sto andando a sposarmi con lui, ma solo a votarlo. Non serve l'amore eterno per affidargli una missione politica. In secondo luogo, perché -forse- dopo questa scottatura, Fare potrà prendere una direzione meno giacobina e meno giustizialista (componente che mai ho digerito nel Partito).

Non sentirò più Giannino arringare le piazze per parlare di Berlusconi utilizzando la metafora del vicino di casa che invita donne diverse ad ogni ora del giorno e della notte disturbando i vicini "ben pensanti". Il viavai di donne non solo non deve interessare, non solo dev'essere tirato fuori da ogni dibattito politico poiché solo strumentale, ma dev'essere circondato dall'habitus mentale del chissenefrega più assoluto, corposo e granitico.

Tutti quelli che ricorrono a mezzucci come le abitudini di vita dei propri avversari o i loro presunti errori (non attinenti alla gestione della cosa pubblica) devono essere considerati per quel che sono: persone che vogliono incretinire l'elettorato per determinarne il voto a proprio piacimento. Dunque, questi signori devono essere gentilmente, cortesemente e pacatamente invitati ad occuparsi d'altro. Magari di cucina. Di questi tempi uno Chef in tv ha più autorevolezza di un neurochirurgo. Il mondo accademico è nulla quando dall'altra parte ci sono le stelle della guida Michelin.


mercoledì 13 febbraio 2013

Il complotto di San Valentino


Tutti sono consapevoli del fatto che San Valentino sia una festa inutile e che se due persone si amano non hanno bisogno certo di un'apposita celebrazione. Le cifre da capogiro che si buttano via per festeggiare il matrimonio ne sono una prova. Coi soldi spesi per un album fotografico nuziale si può acquistare un F-35 solo per fargli bombardare i parenti che osano rompere il cazzo col riso, all'uscita della chiesa.

C'è un retroscena molto più scabroso che giustifica la festa del 14 febbraio. Purtroppo nessuno ne parla perché queste sono notizie scomode. Se solo il popolo ne fosse al corrente, probabilmente, scoppierebbe una rivoluzione. E' roba così scottante che i girotondini potrebbero tornare a prendersi per mano e il Popolo Viola tornerebbe ad occuparsi di faccende terrene, dopo giorni di vaticanismo acuto.

San Valentino è solo una barbara copertura, l'ennesima arma di distrazione di massa. Un bieco modo per non ricordare la strage di mafia compiuta nel 1929 da Al Capone, proprio in data 14 febbraio. Il tutto, soli sessantaquattro anni prima della nascita di Forza Italia. E non è un caso! Sessantaquattro è anche il numero che corrisponde alla somma delle posizioni delle lettere delle parole Al+Capone+Silvio+Berluscone diviso P2.

Ci sono strettissimi legami tra la vicenda di Al Capone e le stragi di mafia in Italia, occultate dalla stolta ricorrenza in cui ci si scambia cioccolatini ed inutili congiunzioni carnali (opera del demonio e probabilmente anche della longa manus della Massoneria). 

Verificato il nesso tra cioccolato ed Al Capone, il teorema della trattativa è presto dimostrato. Silvio Berlusconi è il vero mandante della festa di San Valentino, per distrarre il popolo italiano dalle sue battute di pessimo gusto che potrebbero costargli la scomunica dagli editoriali de L'Espresso.

Non trovate strano che, per esempio, il 14 febbraio si festeggi l'amore e non si spenda una parola sul genocidio degli armeni? Non trovate singolare che nessuno voglia ricordare il genocidio dei nativi dell'America latina? Minimo questi ultimi tornano di moda tra una decina d'anni con una nuova profezia di morte. Per togliersi lo sfizio di vendicarsi contro chi ha voluto sbatterli nell'oblio, solo per scambiarsi del cioccolato che, tra parentesi, è una loro invenzione. 

A ben vedere, il 14 febbraio è anche la data che precede di circa sette mesi la ricorrenza del colpo di stato americano in Cile del 1973, guidato dal generale piduista Augusto Pinochet, per rovesciare l'ottimo compagno Salvador Allende. Circa sette sono anche i gradi di parentela tra Pinochet e Berlusconi. 

Ecco che trovate la giustificazione precisa ed impeccabile del perché sia stato ordito il malefico piano della festa degli innamorati. Si intende silenziare i desaparecidos, il tutto solo per ingrossare gli affari dell'industria cioccolataia e discografica. Come dimenticare, di fatti, la hit di Sting "They Dance Alone", dedicata ai morti del Cile ed affogata in un album di canzoni salottiere e melense? Non è un caso che Sting sia anche un esperto di sesso tantrico, si tratta di un bassissimo espediente distrarre gli italiani dal problema della smodata e singolare vita sessuale di Berlusconi, celebrata in terrificanti barzellette in grado di indignare masse e masse di italiani abbonati a MicroMega. 

Non solo. Il giorno di S. Valentino si parla tanto d'amore ma quest'ultimo non si può decontestualizzare storicamente, non si può cancellare l’“italianizzazione” di certe parti della Jugoslavia, non si possono cancellare gli eccidi degli invasori, come non si possono cancellare gli eccidi dei fascisti e dei loro alleati tedeschi, perché altrimenti non si capisce la storia e l’origine della tragedia delle Foibe.

Assistiamo ad una tattica borghese ed imperialista per dimenticare, soli quattro giorni dopo il "ricordo" delle Foibe, per quali motivi i compagni titini abbiano pensato giocare a nascondino con gli italiani. Quattro è anche il numero di volte che Berlusconi è apparso in sogno al maresciallo Tito, per avviare una lunga trattativa volta a far finire le stragi comuniste. Non solo le stragi comuniste sono finite, ma Forza Italia ha anche beneficiato di ricchi finanziamenti dall'URSS. Conferma di questa circostanza assolutamente agghiacciante la troviamo nel fatto che nei cioccolatini si trovano spesso taluni bigliettini amorosi. In realtà si tratta di loschi pizzini crittografati coi quali Berlusconi intrattiene rapporti con il Maresciallo Tito, Augusto Pinochet, Al Capone, la Monte dei Paschi di Siena, Simone Cristicchi ed i suoi autori, Hannibal Lecter, il professore di diritto costituzionale di Ingroia e coi Marta Sui Tubi.

Invece di approfondire le ragioni storiche della festa a tema che sono state le Foibe, si preferisce commettere atti impuri tra coppiette. Questi servono solo a legittimare la libidine non strettamente finalizzata alla proliferazione della classe operaia e degli elettori di Rivoluzione Civile di Ingroia.

Pietro Pacciani aveva capito tutto. 





Sanremo 2013. I cantanti eliminati verranno infoibati?



Fabio Fazio c'è. Luciana Litizzetto c'è. Maurizio Crozza c'è. Lo scherno del pubblico giustamente esausto e brontolante c'è. La canzone impegnata del cantastorie della sinistra Daniele Silvestri c'è. In giuria poi abbiamo una personalità di tutto rilievo, Serena Dandini. Mi verrebbe da chiedermi se si tratti di una serata musicale o di altro, ma andiamo avanti.

Viene facile la battuta "e che vuoi di più, l'Armata Rossa?". Beh, a un certo punto arriva pure quella. Sotto forma di coro, per rallegrare i compagni ed allietare la Festa dell'Unità sanremese. 

Per puro caso ero davanti al televisore in compagnia anche di una ragazza ungherese ed è stato a dir poco imbarazzante provare spiegare senza incartarmi come mai la nostra tv pubblica sia stata occupata da un esercito straniero... che ha già occupato e trucidato mezza Europa.  

Una domanda sorge spontanea, quali sorti potranno avere i poveri cantanti che verranno man mano eliminati? Spero che non facciano la fine di chi di solito osa mettere i bastoni fra le ruote del Partito. 

Niente paura. I nostri comunisti non sono nocivi. La cosa peggiore che possono fare è una campagna elettorale a spese del contribuente con una sedimentazione di qualche ora di volgarità che nemmeno un malato di tourette è in grado di accumulare in così breve tempo. L'importante è scatenare l'indignazione davanti alle battute di Berlusconi. "Volgari"? "Sessiste"? Autofinanziate, magari. E non spacciate per programma d'intrattenimento o competizione canora. 

sabato 9 febbraio 2013

Dimmi come reagisci alle corna e ti dirò per chi voti


Parliamo di voto utile. Concetto ondivago ed astratto, frutto di suggestioni e leggende statistiche. Per renderlo più concreto e palpabile ho deciso di spiegarlo con una metafora che tocca la carne viva del lettore. 

A parere di chi scrive, esiste una precisa correlazione tra la reazione al tradimento ed il comportamento nella cabina elettorale. Sì, perché il voto non è tanto una questione di ideologia o di opinioni quanto un problema di temperamento, di sensibilità, di tolleranza e soprattutto di fiducia.

Avvertenza. I seguenti punti sono scritti nell'ottica di un maschietto eterosessuale ma, mutatis mutandis, valgono anche per le femminucce etero e per tutti gli omosessuali. Addirittura, potrebbero valere anche per gli asessuati o per gli organismi unicellulari (per cui, niente paura, anche se siete del PD potrete trovare precisi riscontri nel testo che segue).

Antefatto. Tornate a casa prima del solito (ok, non è il massimo dell'originalità come trama, lo ammetto) e sentite rumori strani (sì, esattamente, è quella roba la). Senza girare troppo attorno al concetto: c'è la vostra compagna (moglie, fidanzata, a piacere) in compagnia di un bellimbusto e non stanno certo parlando di politica. Pertanto, avete immediata contezza di un tradimento in atto. In quel momento vi scorre, come su di un nastro, tutta la vostra vita di coppia nella mente e tutto il sangue affluisce al cervello (se siete elettori del PD, molto probabilmente, avrete problemi con quest'ultimo passaggio, ma la frase si può riadattare in questo modo: "il sangue affluisce al Partito").

A questo punto, volenti o nolenti, dovrete passare dalla pura cogitazione ai fatti. Ed è qua che il comportamento si diversifica e segue esattamente le dinamiche del voto. Ora ve lo dimostro.

Reazione 1) Senza pensarci due volte, sbottoni i pantaloni e dai un taglio netto. Così, ti rechi presso la compagna e le lanci addosso il ...membro della società civile. La punizione più amara per lei e per tutto il genere femminile. A cospetto di tali mignotte, ti rendi conto che non è più il caso di riporre fiducia in persone di tal natura, per cui opti per la punizione più amara ed irreversibile, una cesura netta e radicale con il passato, poiché è l'unico modo per punire simbolicamente ma duramente la persona che è stata così ingiusta e tutte le altre potenziali interessate all'articolo di cui si discute. Troppe volte sei stato tradito, troppe volte le donne hanno abusato della tua pazienza ed hanno vanificato la tua fiducia, pertanto meritano un bel calcio nel sedere. Quale miglior modo che togliere il nesso fondamentale che può legarti a loro? Il tutto ti costa un arto che non è certo di poco conto, ma rappresenta una vendetta coi fiocchi. Perché le donne sono tutte uguali e meritano in egual modo una ritorsione.
Se questo ragionamento ti sembra funzionare, se davanti a queste parole ti si riscalda il cuore, sicuramente voterai il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Reazione 2) Esci immediatamente da casa tua e provvedi a querelare entrambi i soggetti che ti hanno spezzato il cuore, ravvisando tutta una serie di reati veri o inventati. Soprattutto inventati.
Per esempio, tutti sanno che il bellimbusto è in odore di mafia. Per cui, inevitabilmente, se la tua compagna ci andava a letto, era in atto una trattativa o comunque c'è stato un concorso esterno in associazione mafiosa.
Non ci sono storie, questa è roba da elettori del Movimento Arancione - Rivoluzione Civile, il partito del nostro preferito, Antonio Ingroia.

Reazione 3) Prendi la tua compagna, te la carichi addosso, la porti immediatamente in tangenziale e la metti a disposizione dei passanti, appendi uno striscione con scritto "Sono un cornuto e mia moglie è una mignotta" e ti autoflagelli stringendo la mano a tutti quelli che vorranno beneficiare delle amorose prestazioni erogate dalla stessa. Infine, ti autodenunci per aver violato la Legge Merlin. Se qualcuno osa dirti che stai facendo una mezza cazzata, tu rispondi con qualche citazione di Pasolini.
Ebbene, se fai tutto questo, cogliendo la palla al balzo per demolire l'immagine negativa della prostituzione, se hai una reazione non violenta e puramente dimostrativa, non puoi che essere un elettore dei Radicali, che ora si chiamano lista Amnistia Giustizia e Libertà, AGL per gli amici.

Reazione 4) Inizi a pensare, comprendi che ti risulta difficile, allora convochi un congresso di partito. Così scoppia un putiferio, il partito subisce un'altra scissione e ne nascono altri tre, uno più ortodosso ed estremo dell'altro. Uno di questi, persino trotzkista. Poi torni a casa e inizi a sfasciare, incendiare, saccheggiare e vandalizzare tutto. Nel frattempo la tua compagna ha già aderito ad uno dei nuovi partiti, il più estremo di tutti. Qualcuno pensa che è così estremo che ha fatto tutto il giro ed è arrivato a Forza Nuova o Casa Pound. Tu non te ne capaciti, perché in fin dei conti, al netto del folklore, la pensate esattamente allo stesso modo.
Inutile che ti nascondi, ti riconosco nonostante il passamontagna, sei un elettore di Rifondazione Comunista o dei suoi tanti derivati.

Reazione 5) Vai in psicanalisi perché quest'esperienza ti ha rovinato tutta la tua immagine di macho che avevi scrupolosamente costruito attorno al tuo mitico e tenace attributo.
Inevitabilmente, voti Lega Nord.

Reazione 6) Vai in pellegrinaggio a Predappio per purificarti in stile Sette anni in Tibet. Tutto eccitato decidi di riprovarci con la tua compagna perché, infondo, boia chi molla.
Naturalmente sei un elettore di Fratelli d'Italia, Centrodestra Nazionale.

Reazione 7) La prendi con filosofia, piazzi qualche citazione di qualche cazzo di poeta, magari pure una di Krugman, Sen o Stiglitz (salvo precisare, per avvalorare quello che dicono, che "sono Nobel dell'economia eh", come se sapessi di riproporre teorie ridicole che non sono nemmeno quelle che hanno portato loro il Nobel, tra l'altro).
Tipi così originali non possono fare a meno di votare Sinistra e Libertà, nome che loro amano visceralmente poiché, da buoni amanti del parlar forbito e retorico, ne apprezzano l'ossimoro.

Reazione 8) Prendi un fucile a pompa e riempi di piombo la malcapitata.
Mi dispiace per te, so che voteresti volentieri il Tea Party o un movimento dell'area libertaria. Ho una grande simpatia per te, ma questi movimenti un pochino devono scendere a compromessi se vogliono dare a te la possibilità di votare.

Reazione 8-bis) Ti fermi nella prima stanza vuota che trovi. Fondi un vano indipendente da tutti gli altri dell'appartamento, in forza del principio di autodeterminazione dei popoli. Per cui, ti rendi conto che il tradimento è avvenuto in tutt'altra stanza della casa, quindi non t'interessa niente e ti comporti con perfetta indifferenza restando nel tuo recinto. Quel che accade fuori dalla stanza indipendente, autonoma ed autodeterminata non ti riguarda assolutamente. Anzi, benedici quest'avvenimento, perché solo così una parte dell'appartamento è riuscita ad ottenere la secessione e la fine delle ingerenze della camera da letto.
Vedi quanto scritto per la reazione 8.

Reazione 9) Comprendi che la tua donna non era proprio alla tua portata. Troppo bella per te. Queste cose si sa come vanno a finire in Italia. Finiscono con uno dei due che diventa tragicamente cornuto. Per cui decidi che in futuro dovrai avere rapporti solo con persone orribili. Conseguentemente, fai le primarie per trovare la ragazza più cessa dell'universo. Dopo che la trovi e che hai la certezza che sia più bella che intelligente, puoi sperare che sia davvero fedele, perché dove altro lo trova uno più imbecille di te?
Se hai tante e tali fette di prosciutto sugli occhi mi sa tanto che sei uno di quelli che abitualmente vota Partito Democratico, Bersani Presidente.

Reazione 10) Intelligentemente decidi di non disperdere le tue forze in attività minori o per rincorrere persone nuove o la tua donna che ti ha deluso. Decidi di intercettare il vento della vittoria, di adattarti all'ambiente, in modo da riuscire a trarne vantaggio superando gli ostacoli, anche a costo di modificare te stesso ed i tuoi gusti. Sei un pragmatico, non ti perdi in autoflagellazioni inutili, non vai in Tibet, non credi nella psicanalisi (soldi buttati), pensi alle cose concrete e te ne freghi delle pippe mentali. Dunque, vai dritto al sodo: prendi atto della tua debolezza, ammiri la tua fidanzata per aver scelto il più forte e le proponi di condividere con lei la sua nuova fiamma. Ti avvicini a lui, comprendi che è nettamente più forte di te e che piace molto più di quanto puoi piacere tu. Lo studi per bene, inizi a corteggiarlo, e non ci pensi due volte prima di buttarti tra le braccia di lui. E chissenefrega se a te piacciono le donne. Lui è quello forte, lui è quello grosso, tutto il resto -in fin dei conti- è inutile.
Si vede lontano un miglio che, se ti poni in questa prospettiva, voterai il Popolo della Libertà, Berlusconi Ministro dell'economia.

Reazione 11) Inizi a fare un'analisi molto lucida di tutti i "pro" e i "contro" di tua moglie e del suo amante. Siccome sei una persona lucida e calcolata, certo non perdi la pazienza. Anzi, inizi ad esaminare anche tutti tuoi punti deboli, individuando le tue criticità ed i tuoi punti di forza, poi attacchi tutti e due con battute sottili e sboroncelle sulle pecche del loro rapporto amoroso. Mentre sono ancora svestiti nel tuo letto, fai notare loro tutti gli sbagli commessi nell'accoppiamento. Sottolinei le loro pecche, i loro errori. I difetti fisici li individui sul loro corpo con un Uniposca rosso. Poi tieni una lezione con una serie di slides in Powerpoint su come si adempie ad un accettabile rapporto carnale. Li bocci entrambi, con aria di superiorità, ma in cuor tuo già sai che dovrai andare a letto con uno dei due o addirittura con entrambi (come è successo, in effetti, nell'ultimo anno).
E' palese che farai una Scelta Civica, votando Mario Monti Presidente.

Reazione 11-bis) Ti rendi conto che per tua moglie o per la tua fidanzata non vali più niente. Sei  una nullità. Ti fai un mezzo esame di coscienza e capisci che forse tutto questo è accaduto solo perché nell'ultimo anno non hai fatto altro che vantare le doti amatorie di quello che poi è diventato il suo nuovo amante. Il tutto, sacrificando te stesso e la stima che lei aveva di te.
Se hai questo modo di fare, ti sentirai tanto in linea con l'UDC o con FLI, ma molto probabilmente non voterai né Fini né Casini, perché questi ultimi si sono fatti un mazzo tanto per decapitare il loro elettorato e cedere tutti i loro voti potenziali a Mario Monti. Civica, come scelta.
Se sei un elettore di Fini, però, tutto un tratto, con un minimo scatto d'orgoglio guardi tua moglie e le chiedi "Che fai, mi cacci?" (agitando il famoso dito teso), e lei ti guarda con aria di sufficienza, perché lo sai da una ventina d'anni che è 'na mezza zoccola. Torni a vivere da tua mamma, sconsolato, con il tuo un per cento e un pacchetto di gomme da masticare. Col dito teso puoi divertirti a far scoppiare i palloni che farai con le gomme.
Se invece sei un elettore di Casini, dopo quest'ennesimo pasticcio pure con questa moglie, potrai difendere meglio i valori della famiglia tradizionale. Alla sesta moglie ti regalano un set di asciugamani o un borsone firmato Conferenza Episcopale Italiana.


Reazione 12) Al solo pensiero di riprovarci con la tua ragazza ti cascano le braccia (e non solo). Troppe volte ti ha deluso e non è più il caso di fidarsi di lei, neppure se ti assicura che è cambiata e che questa volta righerà dritto. Sì, perché questo paio di corna che ti sono state appioppate non ti piacciono e vuoi subito il riscatto. Allora punti alla ragazza più bella che tu abbia mai sognato, magari è impossibile da ottenere e non ti si fila nemmeno di striscio. Però ti ci butti ugualmente, perché troppe volte sei salito sul carro del probabile vincitore o del possibile sconfitto da personaggi peggiori di lui. La libertà per te è al primo posto, per cui non cedi più ai ricatti delle maggioranze reali o presunte: questa volta non può andare così, non devi rinunciare a lei in partenza, perché te la vuoi Fare.
Se dovesse andare male, nella peggiore delle ipotesi, avrai migliorato ed affermato te stesso, sarai cambiato in meglio, agendo per passione, senza scelte ciniche, facili, opportunistiche o addirittura autolesionistiche, senza manovre sottobanco, senza atti dimostrativi, senza sacrificare parte di te e delle tue ambizioni. In altre parole, avrai esercitato la tua libertà. 
Anche tu, come me, in questo caso stai con Oscar Giannino e voti Fare per Fermare il Declino.

giovedì 7 febbraio 2013

"Buona la prima": La proposta choc di Ingroia per la giustizia



In questo post ironizzavo sulla mancanza di proposte da parte della sinistra, in campagna elettorale.

Evidentemente devo averli spronati, perché alla fine le proposte sono arrivate. Il magistrato in aspettativa Antonio Ingroia, parafrasando Silvio Berlusocni, definisce la sua "una proposta choc".

Ebbene si, anche la sinistra ha deciso di parlare e far capire cosa ha intenzione di fare con il voto degli italiani. Una scelta apprezzabile, a mio modo di vedere.

In buona sostanza, Ingroia propone, nelle cause civili e penali, l'eliminazione di ogni mezzo di gravame. Un solo grado di giudizio senza impugnazioni, come dire, "buona la prima"

Dev'essere un tributo alla spontaneità ed alla genuinità. Una sorta di giustizia a km zero. Come se si trattasse di arance, di carote, o altra frutta e verdura di stagione.

Perché lui è un uomo acqua e sapone, si vede. Non è per le lavorazioni lunghe e complesse. E' una persona spontanea, il giustiziere della porta accanto.

Lo stesso Ingroia dice che residuerebbe un minimo spazio per il ricorso per Cassazione, ma solo come rimedio a questioni di semplice forma. In altre parole, anche il giudizio di legittimità dovrebbe essere solo un ricordo, stando alla prospettazione ingroiana.

So che molti lettori a questo punto pensano che una cosa del genere, oltre ad essere incostituzionale sarebbe anche contraria ai principi fondamentali del giusto processo e dell'ordine pubblico processuale.

Io invece dico che quest'idea è semplicemente fantastica. Tuttavia, se oggi nessuno la sta ostacolando con vagonate di parodie e caricature, forse c'è un problema. Se non ci sono ancora comici dell'altro schieramento, pagati dal cittadino, che in prima serata pensano a demolire il loro avversario politico, allora c'è qualcosa che non va.

La proposta non è abbastanza choc. Vediamo allora come migliorarla per renderla mediaticamente spendibile ed appetibile.

1) Un grado di giudizio è decisamente troppo. Occorre il grado zero: l'imputato dev'essere messo direttamente nelle mani dei Nuclei Proletari Arancioni, che faranno da pubblica accusa, da giudice, da poliziotto e da plotone d'esecuzione. 

2) Occorrono pene più severe. Si potrebbe rivisitare la garrota, rispolverare lo scorticamento oppure condannare all'ascolto forzato dell'ultimo album di Guccini.

3) Occorrono nuovi reati. Se il reato di cui il soggetto è accusato non è previsto dalla legge, viene immediatamente approvato ed applicato retroattivamente dai Nuclei Proletari Arancioni. E il gioco è fatto. Nessuno deve permettersi di parlare di favor rei, poiché quest'ultimo è un principio borghese. Chi diffonde tali idee malsane dev'essere immediatamente fermato, processato e condotto nelle Patrie Galere. 

4) E' necessario superare l'attuale Codice Penale. Occorre una riforma fatta online, come in Islanda. Bisogna provvedere ad istituire un forum in cui discuta delle peggiori immoralità che accadono ogni giorno. Se qualcuno commenta dicendo "in galeraaaa", il nuovo reato è immediatamente approvato.
Sono fatti salvi i seguenti reati: 
a) Trattativa, 
b) Banche, 
c) Finanza, 
d) Alta finanza, 
e) Odore di mafia, 
f) Concorso esterno, 
g) Concorso a premi, 
h) Essere Berlusconi.
Tutti questi sono direttamente inseriti nella Costituzione.

5) A proposito di Costituzione. Taluni articoli devono essere necessariamente rivisti. Ecco le principali ed urgenti innovazioni:
art. 1 L'Italia legge Repubblica. 
La sovranità appartiene al popolo. E basta, senza altre specificazioni sui limiti e sulle forme per l'esercizio della suddetta.
art. 2 La Repubblica riconosce la superiorità intellettuale e l'ortodossia ideologica de L'Unità.
art. 3 Il Fatto Quotidiano è ancor meglio di Repubblica, ma un po tutti schierati a sinistra hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla rassegna stampa di Linea Notte su Rai 3.
art. 4 Il lavoro si crea per legge.
art. 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. PUNTO. L'articolo deve finire così, come sulle T-Shirt di Emergency. Il resto dell'articolo è da prendere e cestinare, tanto sulle magliette né entra né è fico.
art. 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: dev'essere sbandierato solo alle feste o comunque ai raduni della Lega.
Gli artt.13-19 sono borghesi, l'art. 20 è clericale, l' art. 21 serve solo a fare gli interessi dei soliti noti (gli amici degli amici) e poi si sa che non ci si può permettere queste libertà in Italia, perché c'è la mafia che ne fa un uso distorto. 
art. 23 Pagherete tutto pagherete caro.
art. 24 La difesa è inviolabile se parliamo di quella della juve.
Gli errori giudiziari non esistono.
art. 27 (omissis).
art. 41 (omissis).
E poi niente, si va avanti tra stralci e semplificazioni che servono a rendere l'Italia uno stato competitivo nel mondo. Per esempio con l'Argentina, con lo Zimbabwe che è il nostro diretto competitor, e con lo stato libero di Bananas.
Al posto del pareggio di bilancio in Costituzione, la nostra priorità è mettere Giacinto Auriti prima dell'art.1, in modo da trasformarlo in una sorta di Grundnorm che dia fondamento a tutto il sistema.

6) Al posto degli F-35, proponiamo la Pace_nel_mondo. Garantita a mezzo della nostra fine diplomazia, della Freedom Flottillia e dell'Armata Rossa, posta a presidio dell'Ordine internazionale costituito, sotto un rinnovato e rinvigorito Patto di Varsavia. Gli F-35 già acquistati saranno utilizzati come veicolo d'irrigazione dei campi, per colture biologiche eque e solidali, ovvero come strumento per stanare gli evasori e tutte le bugie di Berlusconi. 
Con il ricavato della lotta all'evasione, a Berlusconi e agli organismi alieni, saranno finanziati importanti progetti consistenti in poltrone per galoppini, trombati, residuati di Rifondazione, dei Comunisti italiani, dei Verdi, oltre che per noidellidaliadeivalori e tanti altri impresentabili. 
Saremo direttamente nei gangli della società, pronti ad azzannare questo sistema con un morso alla giugulare. Nel frattempo, ci prepariamo ad una nuova stagione di vita spericolata alle spese del contribuente che sogna ancora la rivoluzione comunista, per gli amici, "rivoluzione civile".




martedì 5 febbraio 2013

Vi restituiremo miseria, terrore e morte




Kompagni!

Stavo per editare il seicentesimo meme sulle promesse di Berlusconi. 

Vi restituirò questo, quello, quell'altro. Un vero spasso.

Purtroppo, però, mentre elaboravo nuove scintillanti battute per sminuire le promesse del Caimano, ho pensato che anche noi sbandieratori di kefiah dovremmo incominciare a far sentire la nostra voce in questa campagna elettorale. Perché, certo, vorremmo perdere, ma non troppo brutalmente. Se no qua si rischia che perdiamo le nostre preziose quote negli enti che contano.

Insomma, non può bastare lo sfottò, occorre qualche idea.

Idea n. 1: Serata di commemorazione di qualche intellettuale più o meno organico al Partito. La Rai ci ha offerto uno spazietto per ricordare Giorgio Gaber. Sempre sia lodato. Solo con quella serata abbiamo guadagnato 3 o 4 punti percentuali, poi prontamente ceduti al compagno Ingroia.

Idea n. 2: Serata di declamazione della Costituzione italiana in Rai. Leggasi, "serata contro Berlusconi". Eravamo indecisi se chiamare Stefano Rodotà o Roberto Benigni. Per rispetto nei confronti dell'intelligenza e del comprendonio dei kompagni, abbiamo chiamato il secondo.  

Idea n. 3: Trasformare il Festival di Sanremo in un avamposto antiberlusconiano. Insomma, mancano solo Serena Dandini, Paolo Rossi e Piero Ricca. Il tutto sempre in Rai, stiamo scherzando? Super ospiti, per tutte le quattro serate, gli Inti Illimani.

Idea n. 4: Iniziare a sparare qualche promessina piccolina pure noi. Vediamo come.

Siccome non siamo populisti, e nemmeno qualunquisti, siccome siamo gente seria,  non facciamo promesse che non possiamo mantenere. Almeno finché non è sicuro che ci aspettano cinque anni d'opposizione. 

Non vi proponiamo voti di scambio, compandovi Balotelli. Perché non possediamo una squadra di calcio e se ce l'avessimo faremmo di tutto per farla a pezzi. Garantito. 

Non vi proponiamo patti usurari promettendovi di restituirvi l'Imu già pagata. Perché pensiamo che l'Imu sia stata solo una carezza. Qua ci vuole lapatrimoniale lalottallevasione, altro che chiacchiere. Bisogna requisire e deportare. Come faceva Baffone.

All'insolenza di chi, in procinto di presentarsi alle urne, promette di fare i bassi interessi degli italiani, noi contrapponiamo la serietà di chi degli interessi degli elettori se ne frega altamente.

Chi fa promesse si rende ridicolo, quel che ci vuole è un po' di sobrietà nella campagna elettorale. Niente parole altisonanti. L'unica cosa che deve risuonare forte e chiaro il seguente monito: memento mori.

Non saranno le belle parole a conquistavi, ma solo la vostra fede nel Partito. 

Perché noi siamo più belli, più intelligenti, più sensibili, più onesti, parliamo ogni tre minuti di questione morale e, sul piano squisitamente antropologico, ve lo mettiamo nel culo. Abbiamo circa sei o sette stadi evolutivi in più rispetto alla destra. Siamo così avanti che ci manca poco a diventare pura luce e a riunificarci con il plasma iperuranico di Berlinguer e Pertini.

[minuto di religioso silenzio]

[applauso commosso]

[ora possiamo ricominciare]
 
Alle promesse strampalate noi contrapponiamo l'annientamento morale di chi osa votare contro la nostra indicazione. 

Va bene fare la finta ironia contro il PD, va bene fare autoflagellazioni ipocrite a mezzo dei soliti comici pagati dal contribuente, ed è davvero divertente far proliferare pagine di finta satira su "L'Apparato" e simili modi di dire. L'importante è che, quando si tratta d'andare a votare, prendiate quella benedetta matita e mettiate la crocetta sul PCI o sui suoi aventi causa, in ultimo, il PD.

Chi non vota per noi è quantomeno un mafioso, un pedofilo, una puttana, un servo o un ebreo. Sì, perché per noi tutto è una questione morale. Per cui, preferiamo il ricatto morale alla promessa immorale di Berlusconi

O meglio, l'unica cosa che promettiamo è che starete peggio, ma starete peggio tutti, con tanta equità. Farete una vita ugualmente miserabile, vivrete tutti nel terrore, dilaniati dal fisco oppressore e da tasse che avrete modo di apprezzare e delle quali indubbiamente v'innamorerete. Fino alla morte, che saluterete con immenso piacere, come una liberazione.

Siccome, in fin dei conti, ciò che vi spappola il cervello è l'invidia sociale, tutto sommato sarà appagante per voi il declino generalizzato ed indistinto. Tutti sulla stessa barca

Non dovrete invidiare chi se la spassa o chi ha una vita sessuale movimentata con interi condomini di mantenute (per cose del genere è previsto l'inferno, chiedete conferma al costituzionalista Benigni), chi per divertirsi compra un calciatore, chi -addirittura- per far divertire gli altri compra un calciatore, magari solo per risultare simpatico ed avere consensi. Chissà che peccato mortale.