sabato 4 maggio 2013

Biancofioricidio



Tra le notizie del giorno:

- Una donna è stata assassinata. Tuttavia, non si tratta -precisa il giornalista- di un caso di femminicidio.

- A Micaela Biancofiore è stata tolta la delega alle "pari opportunità", in favore di un comparto in cui evidentemente vanno bene anche i presunti omofobi ("pubblica amministrazione"). Già la sua nomina era parsa un vero e proprio scandalo, presso certa stampa piuttosto critica nei confronti del PDL o del governissimo (e che magari fino a ieri sosteneva Mario Monti, roba da matti). Ora la neosottosegretaria ha aggravato la sua posizione, dichiarando non so cosa e non so quando a proposito dei gay che si ghettizzano da soli.  

Le due notizie mi hanno lasciato perplesso. Ci ho riflettuto ma non mi tornano due cose:

1) esistono dei parametri per considerare l'omicidio di una donna "femminicidio"? Intendo dire, qualcosa che rientri nell'elemento psicologico o nell'elemento materiale della fattispecie criminosa. 

2) se qualcuno, per dire, uccide (mai sia!) la Biancofiore, secondo voi è femminicidio o è un normale omicidio? Il dubbio è di un certo peso. Magari per qualcuno, a sinistra, non è nemmeno omicidio o il fatto sarebbe da ritenere comunque giustificato.

Mi spiego meglio. I contatti della Abbiancofiore con Abberlusconi le sono costati non pochi nasi storti e polemiche. Una persona del genere non può occuparsi di pari opportunità. Perché mai? 

Forse non si tratta di un essere senziente come tutti gli altri. Probabilmente per qualcuno il suo contatto definito "ancillare" con Abberlusconi le ha portato via un pezzo d'umanità. Come il freddo che rende insensibili i polpastrelli, anche Arcore rende le donne poco sensibili ai loro interessi "di categoria". Ammesso che presso il Ministero delle "pari opprotunità" si occupi di questo.

Una donna del PDL, nell'ottica di certi commentatori, non è neppure donna. E'un essere composto di cavità varie, utile solo a soddisfare i bisogni del maschio e ad essere eliminato. In questo POST (link) ne parlo approfonditamente.

Scherzando su questi paradossi dell'ideologia antiberlusconiana militante, io e una amica processualpenalista abbiamo provato, in chiave satirica, ad interrogarci sull'eventuale introduzione di una apposita esimente per il caso in cui qualcuno dovesse uccidere una donna del PDL comunque vicina al Caimano. Vi lascio alle sue parole e... buona lettura!

La mettiamo proprio nella zona Cause di giustificazione? Perché mi pare ci stia da Dio. Tipo un 54 bis, e comunque la scriminante in parola farà riferimento un po' a tutte le altre. Esercizio di un diritto (tale essendo ogni condotta verbale o materiale intesa a colpire Abberlusconi o suoi sodali), e insieme (interessante costruzione dogmatica) adempimento di un dovere (liberazione di una onesta Repubblica dal Male Assoluto e dai suoi tentacoli); legittima difesa (collettiva - delle perzòne pulìite; diciamo "soccorso difensivo della comunità"), contro figuri e figure - le donne abberlusconiane - che antropologicamente, per il solo loro essere-nel-mondo recano ingiusta offesa al diritto; direi che possiamo fare proprio il diritto oggettivo (non i diritti soggettivi come nel 52), così la portata della scriminante è la più ampia. E poi siamo anche nel genus stato di necessità, visto che Abberlusconi e la sua gang SONO il pericolo attuale di un danno grave alla persona (a tutta la 'ggènte :)))) E ovviamente - e qui proprio solo le femmine abberlusconiane e per i reati in zona 609 bis - il consenso dell'avente diritto, datosi come fatto notorio che le femmine abberlusconiane fanno solo quelle cose lì e per entrare in politica usano solo quella cosa lì, che invece tutte le altre donne sono bbrave e hanno la virtù e quindi si meritano le quote rosa (solo loro! le donne bbràve).
Quindi, 54 bis. Oggetto materiale abberlusconiano. / Non è punibile, ai sensi e per il combinato disposto degli articoli precedenti, chi ha commesso il fatto nei confronti di appartenente al berlusconismo.
Così siamo a posto anche coi maschi e la scriminante ha la massima estensione. (Eleonora V.S.)

Laura Boldrini ha scoperto "il popolo marrone"

Da quand'è nato questo blog non ho avuto un minuto per spiegarne il senso. Un paio d'anni fa rimasi colpito da un post riguardante Daniela Santanché. Parlava del nulla, in pratica un frase che di per sé non voleva dire niente. Oddio, poteva anche essere la dichiarazione più brutale del mondo, non me ne frega niente. Il fatto è che sul suo conto riscontrai un'autentica pioggia di maledizioni sessiste e volgari della peggior specie, da parte delle stesse persone che animavano l'iniziativa "Se non ora quando", una specie di bordata neo femminista in chiave antiberlusconiana. Ricordiamo che nel 2011 si stava sfaldando la maggioranza di centrodestra proprio riguardo le cose che faceva nel suo letto il Presidente Abberlusconi.

11/10/2011, commenti nella bacheca de Il Popolo Viola

Pensai che il viola non fosse il colore più adatto per un popolo dal linguaggio così scatologico. Siccome vivono circondati da un immaginario turpe, da una visione malata e peccaminosa del sesso e da merde antropomorfe (che loro solitamente identificano negli avversari politici), pensai bene di creare una pagina dedicata a questi esseri che popolano il web, abbinando loro un colore più rispondente alle summenzionate inclinazioni. Ecco appunto Il Popolo Marrone. Brownies è stato solo una conseguenza di quella pagina e della comunità che lì si è creata.

Dopo due anni nulla è cambiato. Franco Battiato ha fatto un comunicato ufficiale, in qualità di assessore della Regione Sicilia, nel quale parlava apertamente di parlamentari prostitute, trasformando il chiacchiericcio becero delle peggiori pagine-sterco di internet in battaglia politica seria.

Oggi, con un governo tecnico-politico di grandi intese tra centrodestra e centrosinistra non eversivo, ci ritroviamo alcune presenze femminili in diversi ministeri-chiave, oltre alla presidenza della Camera dei Deputati, affidata a Laura Boldrini.

Il nuovo che avanza, l'opposizione "informata" e d'alto livello, quella che vive di Web e partecipazione libera, proprio attraverso i commenti della sua gente, propone critiche di questo livello contro il governo:


Grillino modenese
Ci risiamo. Le donne che sono state a contatto con Abberlusconi Sirvio e il suo partito sono tutte mignotte. Quelle che in modo diretto o indiretto entrano a contatto con le prime, sono mignotte pure loro. E Battiato ha ragione.

Non voglio tornare sulla denuncia civile fatta da Laura Boldrini contro la coglionaggine di chi minaccia, diffama e smerda professionalmente i suoi nemici su internet. Dichiara che bisogna aprire una riflessione, senza introdurre nuovi reati. Sono d'accordo.

Voglio solo aggiungere che Il Popolo Marrone, in fin dei conti, è nato proprio per questo. 

Lo scrivente è dalla parte delle donne in politica trattate come un cesso pubblico sin da quando il PDL chiedeva le dimissioni della consigliera Nicole Minetti e da prima, quando si portava alla gogna chiunque rientrasse nelle liste nere di Repubblica. La mia presa di posizione a favore della Boldrini è solo l'ultimo atto di un impegno contro il sessismo malato che mi ha visto partecipe nel sottolineare ed evidenziare le peggiori degenerazioni di internet e delle comunità di puttanieri repressi che sono soliti collegare la bava al modem, pensando che, col loro ringhiare, la connessione internet possa essere più spedita.

Mi chiedo, a questo punto, se "Il popolo del web" sia da prendere sul serio o no. 

Perché se lo strumento internet è uno come tutti gli altri, solo più all'avanguardia, tanto da poter essere utilizzato per scegliere i parlamentari o il Presidente della Repubblica, allora anche le minacce e l'odio diffuso via internet da intere comunità di utenti sono pericolosi e devono essere trattati come in tutti gli altri canali di diffusione e in tutti gli altri aspetti della vita. 

Se, al contrario, in favore di una non meglio definita libertà del web, dobbiamo lasciar correre gli insulti e le "sgommate" (come siamo soliti chiamare su Il Popolo Marrone le schifezze lasciate ovunque dagli utenti più inferociti) poiché si tratta di mascalzonate prive d'interesse e di rilevanza sociale, allora non voglio nemmeno sentir parlare di democrazia liquida o diretta o partecipata attraverso internet. 

Occorre immediatamente una scelta. La vita "social" su internet è integrata a quella reale o è una robaccia da ragazzini in overdose da topexan che possono permettersi minacce di morte e di rivoluzione armata un giorno sì e un giorno sì? Dalla risposta a questa domanda dipendono le future evoluzioni della vita politica italiana. Ma temo che non sarà facile ottenerla.

Confessioni di un Bilderberg




Sopra potete ammirare il nostro capolavoro. Devo ammetterlo, non è stato facile, ma adesso possiamo esserne pienamente soddisfatti. Ci sono dietro secoli di duro lavoro e di strumenti di controllo veramente inimmaginabili a persone esterne al potere illuminato. Ma andiamo con ordine.

1) COME ABBIAMO VANIFICATO IL DIRITTO DI VOTO

Dopo l'ottima annata del nostro Mario Monti, avevamo bisogno di resistere alle nuove elezioni.

La parte più interessante ma, forse, non quella più difficile, è consistita nel garantire un sostanziale paraggio tra i diversi partiti. Perché è l'instabilità che conferisce lo spazio per le manovre dei Poteri Forti.

E così, la nostra legge elettorale messa a punto dall'iscritto Bilderberg n.374001 ci ha regalato già un buon punto di partenza. La chiamano "porcellum" ma siamo stati noi a scriverla, Calderoli non ne sa niente di questa storia. 

Per ottenere la parità abbiamo dovuto suddividere la popolazione italiana in quattro gruppi con quattro chip sottocutanei differenti.

Per l'installazione abbiamo inserito il dispositivo in un (apparentemente) normalissimo prodotto per capelli chiamato Bilde-shampoo. Infatti, se notate, tutte le aziende di prodotti di bellezza non sono altro che nostre articolazioni.

Il Bilde-chip si impianta sottopelle e invia impulsi al cervello per "dettare" il voto. In parti uguali sono stati assegnati Bilde-chip PDL e Bilde-chip PDmenoL. Per far votare Scelta Civica ci siamo serviti di loden telecomandati, una tecnologia molto più datata che eravamo soliti usare ai tempi della guerra fredda (che è stata una nostra divertentissima messa in scena, come ben sapete).  Infine, a un tot d'italiani è stato inserito l'Astension-chip, in grado d'imprimere una totale delusione che impedisce di recarsi alle urne. In effetti, si tratta del chip più semplice da costruire. C'era anche un quarto della popolazione votante che abbiamo programmato per essere troppo sveglia per prendere ordini telematicamente da noi. Tutti elettori Cinque Stelle. Così imprevisti e sgraditi, che li avevamo brevettati negli anni settanta, in attesa d'impiegarli. 

Come programmato, nessuno vince le elezioni.

Avevamo persino previsto e voluto un distacco tra le prime proiezioni dopo il voto (che vedevano un 5% di vantaggio del centrosinistra) e il dato reale (ben meno roseo per Bersani e compagni), solo per divertirci da matti nel vedere la delusione scavata nei volti dei compagni. Roba che nemmeno il proscioglimento di Dell'Utri...

Pierluigi Bersani fa finta di chiedere ai Cinquestelle l'appoggio per un governo "di cambiamento". Però era tutta un finta. Il PD aveva già saputo da Bilderberg che doveva fare una figura di merda nel corteggiare per un mese i grillini e prendersi due o tre porte in faccia al giorno (2+3+Un giorno= 6 che è un numero massonico, ndr).

Quella famosa videoconferenza streaming dell'incontro Bersani-Crimi-Lombardi è stata realizzata con due manichini da un nostro amico grafico che solitamente si occupa di realtà virtuale, Matrix, controllo climatico e di Raffaella Carrà.

La verità è che il PD aveva già programmato di gettare a mare il Movimento 5 Stelle, per tirar fuori dal cassetto l'accordo col PDpiùElle, i cui estensori siamo logicamente noi del Bilderberg.

Noi siamo famosi per la nostra capacità di seminare zizzania. Abbiamo persino messo in giro fior fior di appelli di intellettuali del PD che facevano finta si spingere per la fiducia del M5S. Tutti pacchi. Io stesso, in quei giorni, giravo con una trentina di identità false sul sito di Beppe Grillo per chiedergli con tutta la mia forza di far votare la fiducia al PD. Lui, prendendo una cantonata incredibile, diceva che i miei e tutti gli altri fake erano mandati da Bersani. Magari. Noi lavoriamo per Bilderberg in persona, Bersani è solo una pedina. Quest'ultimo doveva solo far finta di voler fare un governo di cambiamento, i fake dovevano far finta di provare a convincere Grillo, che a sua volta doveva far finta che tutti gli appelli provenissero dal PD, nascondendo a tutti che dietro c'era la mano invisibile degli illuminati. Un piano diabolico, dovete ammetterlo.

Nella vera scena, brillantemente sostituita dal Bilde-ologramma, Bersani prende i portavoce-megafoni del popolo sovrano e li minaccia con una pistola-spara-liquido-velenoso capace di trasformare chiunque in Kasta. A quel punto, i portavoce-megafono riescono a difendersi utilizzando, come scudo umano, il povero cittadino Mastrangeli che, di conseguenza, si trasforma in una pericolosissima Kasta. Sicché, il Movimento è stato costretto a dimetterlo dalla sua carica di cittadino. Adesso è un apolide in attesa del giudizio del popolo sovrano del web. A breve sapremo se può restare un essere vivente o se deve dimettersi con un colpo in testa.

Il governo non si forma. Tutto secondo i nostri piani. Il PD si contorce su sé stesso, accumulando figure di merda, tutte rigorosamente programmate con Bilderberg. I democratici sono geniali nel farle sembrare tutte molto spontanee.

2) COME ABBIAMO FATTO RIELEGGERE GIORGIO NAPOLITANO

Noi volevamo che restasse in carica Giorgio Napolitano perché ci piace tantissimo. Già dirigente PCI, poi PDS (come RO-DO-TA'), comunista da sempre fedele alla linea dell'URSS, anche quando giustamente quest'ultimo si è macchiato di crimini gravissimi contro l'umanità. Il tipo di personaggio a cui Bilderberg affida la sua casa quando va in vacanza o a cui affida una nazione.

Napolitano è uno che nomina i presidenti del consiglio senza che siano mai stati scelti dalla gente e fa il lavaggio del cervello alle persone per far dimenticare a tutti che quel suo potere di nomina è espressamente previsto dalla Costituzione ("la più bella del mondo") e lo sarà finché non viene riformata (ma "la Costituzione non si tocca!").

Pertanto, abbiamo messo in piedi un teatrino niente male. Innanzitutto, abbiamo fatto fallire le prime quirinarie fatte sul sito di Beppe Grillo. Stava vincendo Sandrone Pertini. Contro di lui, tornato appositamente dal mondo dei morti, sarebbe stato inutile qualsiasi sguinzagliamento dei Poteri Forti.

A mali estremi, per un attacco informatico, c'è il Bilder-virus.

Alle seconde quirinarie, qualcuno ha capito che riportare in vita Sandro Pertini sarebbe stato difficile, per via delle lobby farmaceutiche che ostacolano cose tipo la rinascita a mezzo sfere del drago.

Ecco che si piazzano sul podio Milena Gabanelli (che già in passato abbiamo utilizzato per far fuori Antonio Di Pietro con notizie di seconda mano che il nostro Filippo Facci snocciolava da vent'anni) e Gino Strada. Due persone molto per bene, chippabili senza problemi. Però a noi piace Napolitano, ha una sensualità che è difficile trovare altrove.

Abbiamo inserito per endovena, nel sangue di Gino Strada e Milena Gabanelli, un kg e mezzo di cozze crude. Questi, di conseguenza, naufragati tra la tazza del cesso e il bidet non potevano prendere impegni per il Quirinale. Sistemati loro due sul pianeta Colera, era necessario accoppare il terzo classificato con ben quattromilaequalcosa voti, Stefano RO-DO-TA'. Ma la nostra operazione contro di lui si è rivelata molto articolata. Volevamo portarcelo a spasso fino a farlo diventare una specie di tormentone. Perché ci piace la delusione cocente.

Abbiamo fatto impallinare prima Franco Marini (fondatore del PD, ma odiato dal popolo del PD che, in piazza, per la rabbia, brucia le tessere del partito scadute da tre anni -era ora di buttarla via, ma avremmo gradito una modalità più rispettosa verso l'ambiente).

Il giorno successivo, facciamo il nome dello spiritista Romano Prodi (altro fondatore del PD) per bruciare pure lui che, nel frattempo, si era messo d'accordo con noi, visto che è stato ospite graditissimo del club Bilderberg per via delle sue arcinote arti divinatorie.

Mentre il PD, secondo precisi piani, si ammutinava due o tre volte, con scenate isteriche e minacce di scissioni e defezioni (che saranno valutate dall'Academy ai fini dell'Oscar per il miglior attore non protagonista), tra le dimissioni della presidenza e della segreteria dello stesso PD (fissate con noi sei mesi fa), i grillini facevano solo e soltanto il nome di RO-DO-TA'. Tutto secondo i piani.

A causa di un Bilder-gas da noi appositamente rilasciato attraverso irrorazioni chimiche di routine, i cervelli dei grillini iniziano a perdere tutte le nozioni di diritto costituzionale e di storia di cui, precedentemente, erano stracolmi. In questo modo i Cinquestelle dimenticano che:
1) Napolitano è comunista come loro, da molto prima che loro nascessero.
2) Il Presidente della Repubblica non può rifiutarsi di promulgare le leggi secondo un suo "gusto", ma può solo rinviarle una sola volta nel caso in cui contrastino con la Costituzione. In nessun caso, comunque, il Presidente della Repubblica risponde delle leggi che firma. 
3) Il Presidente della Repubblica deve garantire l'unità dello Stato e non la preminenza di una parte politica contro un'altra parte risultata sconfitta alle elezioni.
4) Il Presidente della Repubblica non dà impulsi all'esecutivo e non esprime un indirizzo politico ma rappresenta "solo" una garanzia costituzionale (alla costituzione "più bella del mondo").
5) Se è vero che non è possibile eleggere direttamente il capo dello Stato è evidente che la sua elezione dev'essere frutto di una intesa tra le forze politiche e che, di conseguenza, queste ultime devono partecipare ad un'opera di mediazione utile a trovare un nome su cui trovare una convergenza. Tanto appare ancora più chiaro quando manca una netta demarcazione tra vincitori e vinti alla luce delle elezioni. In questo senso, gli elettori del capo dello stato, in seduta plenaria, devono essere disposti al negoziato e alla ponderazione di ogni nome. Non possono limitarsi ad essere gli acritici "portavoce" di un sondaggio fatto su internet (peraltro votato da un numero risibile di persone). 

In breve, secondo copione, diamo il nullaosta ai franchi tiratori chippati e telecomandati. Tutti votano il nostro Giorgio Napolitano (alla sesta chiama, numero massonico, ndr) e riusciamo abilmente a mettere fuorigioco i cittadini Cinque Stelle, che continuano a scandire RO-DO-TA' (tre sillabe, numero massonico, ndr).

Napolitano viene riletto. Noi stappiamo una bottiglia di Bilder-champagne pregiato.

3) COME ABBIAMO MESSO UN NOSTRO UOMO AL GOVERNO

Dopo un paio di giorni d'intenso lavoro, finalmente, si delinea il nostro brillante piano: i cittadini grillini, da noi gestiti con un Bilder-chip apposito, non ne vogliono sapere di trovare accordi di governo, a maggior ragione adesso che non è stato eletto presidente RO-DO-TA' (ecco perché ci tenevamo ad illuderli che questi potesse diventare Presidente).

Grazie a questo testardo quanto eterodiretto ostruzionismo dei grillini, l'accordo tra PDmenoL e PDpiùL matura facilmente, tra l'altro, su una bozza da noi preparata poco più di sei mesi fa (numero massonico, ndr). 

Una telefonata ad Enrico Letta, un altro membro del club Bilderberg, ed il gioco è fatto: lui accetta, va da Giorgio e presenta la sua lista dei ministri, scritta su un Bilder-blocco appunti impaginato con la stessa carta dell'Agendamonti.

Due o tre tecnici, tra i quali un banchiere (che è massone per definizione, ndr), qualche pidiellino (piduista per definizione, ndr) e qualche democraticomenoelle, senza contare la tipa di colore, che vuol far conquistare l'Italia dagli invasori bilderberghiani. Poi c'è la sionista Emma Bonino, che con Bilderberg pranza ogni domenica. Bilderberg se ne va pazzo per le braciole di cavallo.

Coi nomi dei sottosegretari è tutto più chiaro. La Biancofiore è naturalmente massonica, si pensi alla loggia dei Rosa Croce a cui rimanda col suo cognome (Bianco + Fiore).

4) LA STRATEGIA DELLA TENSIONE 

Il giorno stesso del giuramento dei ministri, pensiamo bene d'organizzare un altro scherzone. Una cosa simpatica, un battesimo di sangue (effetti speciali, ndr) per il nostro adepto Letta. Chiamiamo gli stessi sceneggiatori del lancio del Duomo di Milano (garanzia di qualità). Loro pensano a tutto. Reclutare un attore (PREVITImenoV, simbolo piduista massonico, ndr) è stato facile, la parte difficile è quella delle lunghe simulazioni del ferimento delle vittime.

Nel complesso, tutto è andato per il verso giusto, i nostri attori-carabinieri hanno sfoggiato delle performance che resteranno negli annali. Seconde solo alla finta gente che fingeva di buttarsi dalle finte torri gemelle avvolte da finte fiamme. Tutta la questione della sparatoria serviva essenzialmente a:
a) distogliere tutti dal fatto che, al passaggio di consegne tra Monti e Letta c'era anche Bilderberg con un Martini in mano (con oliva, che ricorda vagamente un occhio, chiaramente un simbolo degli Illuminati, ndr).
b) far approvare subito alcune leggi, secondo copione della "strategia della tensione", per limitare la libertà d'espressione delle persone e rendere obbligatoria in ogni casa l'installazione di un Bilderberg. Trattasi di leggi così subdole, che nessuno sa che esistono e ci si ritrova a casa un Bilderberg senza saperlo, ma si è costretti a pagarlo a caro prezzo.

5) LA SHOCK ECONOMY


In tutta Italia e in tutta Webbolandia si sono moltiplicate finte iniziative di solidarietà a Preiti il pistolero. Sui muri, sulle bacheche, negli slogan, ovunque. Diversamente da come sembra, gli autori delle scritte siamo proprio noi del Bilderberg. Perché ci teniamo ad incrementare lo shock, lo sgomento, la tensione. Per poter ottenere più leggi in nostro favore e maggior repressione contro i dissenzienti.

Ogni tanto ci aiutiamo con qualche finto terremoto, con cataclismi inscenati a caso, uragani e incendi, attacchi di dissenteria collettiva, il nuovo disco dei Daft Punk, sconfitte del Milan. La Harp è attiva 24 ore su 24.

Solo con lo shock collettivo si possono ottener misure economiche come privatizzazioni, liberalizzazioni e tagli alla spesa (al contrario, la Gente vuole solo Lapatrimoniale).

Insomma, tutte misure tipiche di quello che è stato il Governomonti. Soprattutto, solo con lo shock collettivo si può pensare che il Governomonti abbia fatto queste cose. Ma a questo servono i nostri chip sottocutanei.

Traendo le fila del discorso, il pericolo terrorismo non c'è. La gente (con la G minuscola) che minaccia o semina odio via internet è pagata da noi e serve a giustificare le reazioni liberticide dei governanti, con le loro leggi subdole. La crisi non c'è, se non come trovata della Shock economy per spingere i governi a fare le bilderbergate che noi tutti conosciamo, tipo l'IMU che non è una patrimoniale ma una pericolosissima privatizzazione. La disperazione non esiste, serve solo per far finta di giustificare finti attentati che fingono di reagire a una crisi che è tutta finzione.

666) I DIRITTI PER I BILDERBERGHIANI

Come potete immaginare, Laura Boldrini non esula dal nostro disegno totalizzante.

Tutti sanno che lei è stata funzionaria ONU. Ebbene, le Nazioni Unite sono il principale dei tentacoli di Bilderberg, come l'UE, la NATO e la squadra azzurra di Miguel Bosé ad Amici di Maria De Filippi.

La Boldrini, come sapete, ha passato la vita a battersi per i diritti dei Bilderberg. Noi, tramite i nostri Poteri Forti, che hanno inscenato a suo danno una serie di attacchi scurrili e burini a suo danno, volevamo fare di lei una martire. Alcuni Bilder-militanti (in realtà potentissimi hacker travestiti da Gente) l'hanno presa di mira. Ovviamente è tutto uno scherzone.

Il nostro scopo è quello di sempre: far approvare una legge contro chi parla male di Bilderberg. E'anche probabile che sull'onda emotiva verrà approvata una legge che rende possibili i matrimoni tra massoni e Gente, allo scopo di far proliferare la Kasta di Bilderberg.


Vi chiedete come mai sto confessando tutto questo? Semplice. Perché voi adesso penserete che è tutto uno scherzo o inutile ironia. Avevamo previsto anche questo.






martedì 16 aprile 2013

L'insostenibile ambiguità sulla strage di Boston

Sono passate poche ore dalla strage avvenuta contestualmente alla Maratona di Boston. Su internet già si scatenano i commenti, nella migliore delle ipotesi -per così dire- "ambigui", a proposito della natura dell'attentato e dei suoi presunti scopi, sui quali ancora non è dato sapere alcunché.

Dalle parti dei complottisti di sinistra, dichiaratamente e genuinamente antiamericani ed antioccidentali già si lanciano teorie, anatemi o si avanzano dubbi. Una cosa è certa: con questa strage, per la prima volta, anche loro si stanno interessando alla guerra civile in Siria. Fino a ieri sostenevano che si trattasse di una montatura americana per giustificare un intervento armato. Oggi utilizzano i morti siriani per sminuire la strage in America. Insomma, tutto secondo copione.

Ironia della sorte, esattamente quarant'anni fa, si verificava un'altra strage, ricordata come "rogo di Primavalle", a Roma. Si trattò di un'azione di rappresaglia comunista contro i figli di un segretario di sezione del MSI. La loro colpa? Essere figli di una persona che la pensava nel modo "sbagliato". 

Nel 1973 come oggi, i comunisti parlano di complotto, di depistaggi, trovano giustificazioni o semplicemente negano. Non vorrei che oggi, come già nel 1973, essere figli di fascisti sia un po' come essere americani: una colpa da lavare col sangue.

La reazione del segretario di Rifondazione Comunista e di un suo fan,
gentilmente segnalatami da Federico L, amico e collaboratore de Il Popolo Marrone.

Commenti rilasciati dai fan de La Repubblica,
fan della pagina "Roba da Pdl" e su Twitter.

lunedì 15 aprile 2013

La banalità della moderatezza

Il voto dei moderati.

Un moderato al Colle.

I moderati non capirebbero.
I moderati vorrebbero invece...
Tizio è un moderato.

Dobbiamo ricostruire la casa dei moderati.
Moderati in Rivoluzione.
Moderati per Vendola.

In questi ed altri vuoti tormentoni riecheggia la povertà di un dibattito avvizzito per anni attorno a campioni mediatici come Noemi Letizia ed al gioco delle parti che ne scaturiva, nella dialettica politica, trasformata in un battibecco tra accusa e difesa di processi mediatici sempre più uguali tra loro.

Fa ridere, infatti, come ogni dibattito sui contenuti sia rimasto pietrificato per ben più d'un decennio, in favore di semplici contese tribunalesche. Oggi, nel tentativo di riportare qualche fatto o almeno qualche fatterello al centro del discutere politico, sentiamo rimpallare aggettivi di puro stile che dovrebbero significare o implicare qualcosa e invece sono solo una variante del parlar per metafore di Bersani o del parlar con Antani di Vendola. Con tutto il rispetto per Antani.

Recentemente, la stessa Noemi Letizia è stata scongelata dalla sinistra, ormai ben oltre la frutta e già in fase di digestione inoltrata, tant'è che si autodefinisce "liquida"

Ve lo dico io perché è liquida...

Una delle hits della brillantissima pagina "Roba da PDL"
"Moderati" è una parola che non significa niente. E non è nemmeno moderata la reazione che si può avere davanti ad uno schieramento politico che, con meno di mezzo punto percentuale di differenza alle urne, pretende di far razzie di poltrone, cariche e tenere in ostaggio un Paese intero.

La verità è che dalle parti della sinistra hanno un problema gigantesco con la democrazia e coi suoi meccanismi. Lo dimostrano in tutti i modi ed occasioni utili, scambiando diplomazia per complotto, rimangiandosi i fondamenti della democrazia elettiva e addirittura, come nel caso di Nicolàs Maduro, successore di Chavez alla guida della rivoluzione venezuelana, inventando un patetico misticismo da pubblicità dell'acqua minerale. Il futuro presidente venezuelano giorni addietro dichiarava che il compianto predecessore gli era venuto in sogno reincarnato in un uccellino, in una cappella di legno, nel bel mezzo di una preghiera, per dirgli di proseguire la sua grande opera da statista. Pur di comandare, loro sono in grado di fottersene finanche l'ufficialissimo materialismo ateo che da sempre utilizzano come credo di Stato.
Il commento del direttore di Stato & Potenza a proposito della
risicata vittoria di Nicolàs Maduro in Venezuela

Una risposta a quest'ostinazione per il nudo potere non può essere moderata ma fieramente radicale. Nel senso che bisogna incominciare a riscoprire qualche valore che è nel nostro DNA ed è pressoché sconosciuto altrove. Innanzitutto, il pluralismo. Poi, la cultura della diversità come ricchezza. Infine, ma strettamente connesso con quanto sopra, un approccio nonviolento ed autenticamente garantista ad ogni conflitto di carattere personale o sociale.

Non perché chi si è arrogato il titolo della (o delle) forze politiche del cambiamento, promettendo cose ridicole e perseguendole con comportamenti da villani, noi dobbiamo rispondere con un approccio reazionario o gattopardesco. Non è un lusso che possiamo permetterci. Il cambiamento ci dev'essere, necessita di andare nella direzione diametralmente opposta a quella suggerita dai giacobini del Movimento 5 Stelle e della sinistra. 

Ci piacerebbe dire, poiché filosoficamente ineccepibile nonché ortodosso dogmaticamente, che la soluzione migliore per noi sia un governo che non governa e passa un paio d'anni in vacanza. Come in Belgio. In Italia, al contrario, c'è bisogno di riforme che non hanno niente ma proprio niente a che vedere con la moderatezza. 

Il prossimo Presidente della Repubblica



E' questa l'occasione per ringraziare ufficialmente per questi ed altri contributi fotografici (e non solo) il mio ricercatore di "marronate", Gabriele C. (non scrivo il suo cognome per intero per non ritrovarmelo impiccato in Piazza Grande, a Modena). Senza di lui e senza le costanti segnalazioni dei miei amici della pagina Facebook Il Popolo Marrone, tutto questo non sarebbe possibile.

domenica 14 aprile 2013

Gli 11 motivi per cui sono andato alla manifestazione del PDL a Bari


1. Perché nel 1994 avrei indubbiamente e convintamente votato Forza Italia. Non l'ho fatto per questioni anagrafiche, non per altro. Mi sarebbe piaciuto, anche solo per poterne essere deluso a pieno titolo, in questo Paese in cui senza autorizzazioni non puoi nemmeno decidere di guadagnare due spiccioli con una torta fatta in casa.

2. Per sentire un ultimo saluto, davanti a decine di migliaia di persone, a Margaret Thatcher. Non c'è stato. Però abbiamo assistito a dieci minuti di smancerie per Raffaele Fitto. Ogni Paese ha i leader che merita.

3. Perché volevo constatare se è vero che la gente che va a vedere Berlusconi in piazza ottiene un compenso economico. In un Paese in cui quasi c'è da ringraziare, per l'opportunità che ti offre, chi lucra sui tuoi servizi e nemmeno ti paga, con la scusa che -per legge- ti starebbe formando, sarebbe grandioso ottenere un compenso semplicemente con la propria presenza. Al contrario, nella morsa di 100.000 persone accalorate e sgomitanti, c'era da pagare per riuscire a stare più larghi, non certo per aggiungerne altre. 

4. Perché mi interessava appurare se quelli che vanno a vedere Berlusconi sono come vengono descritti sui giornali di sinistra. Non c'erano i casi umani solitamente immortalati sul materiale fotografico del giorno dopo. O magari sì. Diciamo che non erano né più né meno di quelli che puoi trovare per strada quando vai a comprare un cartone di latte. Attività troppo burina per rientrare tra gli interessi di Ezio Mauro o Eugenio Scalfari.

5. Perché mi mancava una vacanza e volevo vivere per un pomeriggio un'esperienza da villaggio turistico. Musica, balli, animazione. Oddio, non è che gradissi tutta quella muscolare esibizione di napoletanità. Certo non potevo aspettarmi Ted Nugent. Però il gioco aperitivo è andato bene, ho anche vinto una Peroni. A due euro e mezzo è un furto, ma tant'è. 

6. Per vedere se anche i berlusconiani respirano, hanno gambe, braccia e due occhi piazzati in faccia. A quanto pare, bevono anche il caffè. Pensate, li ho visti addirittura pagare e ritirare lo scontrino. Cose da pazzi, insomma.

7. Per sentire l'ideatore di Equitalia e dell'Imu che basa le sue priorità di governo sulla loro eliminazione. Io dico sempre che solo i cretini non cambiano idea. Però lui sulla giustizia non  l'ha mai cambiata, allora come mai questa è ancora una volta nelle sue priorità e non l'ha mai riformata tutte le volte che ha governato, a parte qualche leggina a favore di tale imputato o a favore della mediazione obbligatoria? Non sono riforme della giustizia queste, ma solo rattoppi. E neanche ben fatti. 

8. Per suggerire a Silvio di scegliere Emma Bonino, come Presidente della Repubblica. Qualche inconfondibile cartellone giallo con scritta nera approntato sul cofano di un camion e il gioco è fatto (link!) . Sta a Berlusconi, poi, scegliere da quale parte stare. Se con chi ha dedicato la sua vita a portare avanti autentiche battaglie di libertà... o dalla parte di Massimo D'Alema. 

9. Perché sono un cittadino libero e vado dove voglio, senza bisogno di mettere la firma su qualche modulo per dare attestazioni ideologiche, come quando sono andato a votare Matteo Renzi alle primarie. Poi, a ben vedere, chi è più incoerente, io o quelli che prima parlano di decrescita felice e dopo indicono manifestazioni "contro la povertà"? Forse Bersani l'aveva prevista più divertente la decrescita? Se adesso fosse stato già premier, oltre che vincitore "virtuale" delle elezioni, la povertà sarebbe stata edulcorata con qualche particolare zuccherino ideologico?

10. Per assistere all'inizio della nuova campagna elettorale ed alla nuova panchinizzazione di Angelino Alfano. Unico Segretario di partito che non dice una parola, promette primarie "aperte", passa un mese e viene automaticamente smentito coi fatti da Berlusconi, appena ricandidatosi premier. Alla fine del comizio Angelino appare e si limita a salutare, timidamente, con la mano, mentre già scorrono i titoli di coda sulle note di "O suldato innammurato". 

11. Perché giusto ieri scoprivo l'esistenza del Disegno di legge n. 274 presentato dal Senatore Pdl Francesco Maria Amoruso per l'istituzione dell'Albo dei cuochi nonché l'Ordine nazionale dei cuochi professionisti, "assolutamente indispensabile" -secondo lo stellatissimo Chef Bruno Barbieri- per tutelare questa professione dalla tradizione millenaria. 
Potrebbero accedervi di diritto solo "i maestri di cucina e gli chef di cucina in grado di documentare almeno dieci anni di attività o che dirigono equipe di cucina composte da almeno quattro persone". Per tutti gli altri, niente titolo senza apposito esame d'abilitazione ...ovviamente bandito e organizzato dai contro interessati al superamento, ossia i loro competitor più anziani che, per questi "atti di buon cuore", saranno persino finanziati da tutti gli chef ed aspiranti che si sobbarcheranno le spese per mantenere i loro controllori.
Basta vedere qualche attività con un minimo di successo (si prenda ad esempio l'impennata d'iscrizioni agli istituti alberghieri) che prontamente gli addetti ai lavori chiedono sbarramenti o privilegi per legge e, prontamente, il legislatore li cucina ad arte. Non sia mai che in Italia possa esistere un'attività aperta al libero mercato ed alla libera scelta del consumatore. Ecco, a tal proposito, mi sarebbe piaciuto chiedere ieri se è questa la "libertà" che intendono e che ripetono come un mantra, dalle parti del PDL. 
La Thatcher, da lassù, ci fa una sonora pernacchia.