domenica 3 febbraio 2013

Nazionalizziamo l'estate




Chi pensa di poter far fuori le vacanze estive non ha fatto i conti con il popolo del web, che è già un passo avanti ed ha prontamente smascherato il meschino piano che si nasconde dietro questa proposta di macelleria balneare.

Già c'era aria di rivoluzione. Adesso, dopo le dichiarazioni di Marione Monti, a proposito della riduzione delle vacanze ad un solo mese, è praticamente certo che questo sistema monetario-scolastico sta per essere rovesciato per sempre. 

Potete dire addio a questa casta che vuole smantellare la scuola pubblica e soprattutto la sacralità delle vacanze, mettendo in serio pericolo il benessere psicofisico dei giovani bagnanti. 

Come vedete dall'immagine innanzi, sui social network persino la propaganda del PDL è solidale alle istanze del popolo del web. Infatti, quando si tratta di Marione, distinguere quelli del PDL dalla gente dei centri sociali è ormai difficile, se non impossibile. E noi siamo contenti, perché laggente si sta unendo, il popolosovrano si sta compattando come una vaschetta di variegato al cacao. E se quelli del PDL, noti esperti di "voto utile" solleticano e coccolano il voto degli indignados e dei web-rivoluzionari che vogliono tornare al baratto, è evidente che ritengono utile il voto di questo tipo. 

Vogliamo far presente che lo studio è un diritto, comprensivo anche l'idea di clima temperato, per cui è impossibile studiare al caldo o quando, nel frattempo, è utile recarsi in spiaggia. In altre parole, portare un fanciullo a scuola nel mese di giugno e luglio o nei primi di settembre è un attentato alla cultura. Infatti, come vedete, già oggi sono drasticamente diminuite le iscrizioni all'università. 

L'attentato alle vacanze si spiega all'interno di un generale disegno di disgregazione della cultura, perché ai governanti conviene sfornare intere generazioni di ignoranti accaldati piuttosto che ignoranti freschi, perché si sa che gli accaldati sono meno predisposti ad agitarsi e a fare le rivoluzioni.

Si noti che il piano segreto dell'alta finanza internazionale consiste, come noto, nel surriscaldare il globo per poterlo distruggere in nome del profitto. Per cui, naturalmente, l'eliminazione delle vacanze è solo un altro tassello per riscaldare il pianeta, partendo proprio dai fanciulli, che sono l'anello più debole e delicato del sistema.

Ma questa volta non la passeranno liscia. Metteremo tutti un fiocchetto o una fascetta nera sull'immagine del profilo e scriveremo:

 "Oggi è morta la democrazia italiana"

e circa venticinque minuti dopo inizierà la rivoluzione, che potrete seguire live attraverso i fotomontaggi del sito Ventilare Per Resistere. E' già pronto il fotomontaggio di un poliziotto in tenuta antisommossa che si toglie il casco, abbraccia il manifestante e gli porge un ventilatore ed un tubetto di crema solare, protezione totale.

Gli effetti dei tremendi tagli all'estate li potete osservare già negli uffici pubblici. Provate a mettere piede in un qualsiasi ufficio pubblico, d'estate. 

E'evidentissimo che il pubblico impiegato soffre e che preferirebbe andare al mare. Infatti, secondo voi è semplice giacere in un ufficio senza far niente, tra tonnellate di carte (materiale infiammabile, dunque pericolosissimo d'estate), mentre fuori ad aspettare c'è tutto un mondo di balli di gruppo e fantastici mojito? Appena il cittadino si rivolge ad un burocrate accaldato, quest'ultimo lo manda a quel paese. E' inevitabile che l'efficienza della pubblica amministrazione d'estate cali vertiginosamente. Ebbene, si tratta di un becero piano per indurre laggente a soffrire per la calura e lavorare meno e peggio (e tenete conto che lavorare meno di zero è molto difficile). Il motivo è solo uno: smantellare ogni pubblico apparato, facendolo soffocare dal caldo, in modo da poter distruggere lo Stato e soddisfare la loro bramosia anarcoide finanziario-capitalistica, che è causa della crisi, delle scie chimiche e dell'invenzione dell'hiv. 

L'unica soluzione a questo dramma balneare è l'immediata nazionalizzazione dell'estate. 

Le stagioni, come anche i fenomeni atmosferici, non possono essere abbandonati all'anarchia del loro alternarsi selvaggio (e, aggiungo, sfrenato). Necessitano per forza di uno Stato regolatore che dica quand'è che fa caldo, quand'è che fa freddo, e quand'è che ci sono le mezze stagioni. Ovviamente, sarà necessario prevedere tutta una serie di nuovi reati per mettere in carcere (ops, scusate, in galera!) tutti gli agenti atmosferici indesiderati. La temperatura dev'essere fissata per legge. Gli indumenti, al massimo, per decreto legge. Sulla canzone tormentone dell'estate è plausibile che si possa fare un regolamento ministeriale. I temporali estivi saranno affetti da nullità di protezione, che potrà essere fatta valere solo dal bagnante, il quale potrà domandare un risarcimento alla Harp, nota multinazionale del controllo climatico, nel caso in cui non si attenga ai suoi precisi obblighi di legge sul clima. Ovviamente il risarcimento potrà essere corrisposto anche mediante casse di birra gelata. 

Lo Stato con le palle dovrebbe provvedere ad una ridistribuzione dell'estate: requisire le vacanze, comprensive di secchiello, paletta, castelli di sabbia e bikini per poi dire al cittadino "hai due anni per dimostrarmi che hai di meglio da fare piuttosto che andare al mare" a quel punto, se il cittadino non risponde ed ha un grande patrimonio, il fisco gli sequestra tutto e lo manda in Siberia, dove potrà beneficiare di un fresco proverbiale. La strada dell'inversione dell'onere della spiaggia è l'unica utile per combattere la calura estiva, riprendersi la sovranità climatica e allo stesso tempo  sconfiggere l'evasione fiscale che, come noto, tanto scalda gli animi. Con il tesoretto che ne ricaveremo, potremo distribuire gelati gratis per tutti. Al cioccolato, ovviamente.

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