giovedì 6 giugno 2013

La sinistra eversiva vuole nutrirsi di Stefano Cucchi

Ci sono storie così tristi che il solo discuterne si scontra con il pudore e con la difficoltà di parlare di qualcuno senza fare il solito tip tap su una carcassa. E' questo il caso degli ultimi istanti di vita di Stefano Cucchi, della sua morte e di quel che ne è seguito. Per una duplice ragione: si tratta di un ragazzo che non sarebbe dovuto morire, non per quel motivo e non in quel modo.

Per stabilire le responsabilità in ordine a un fatto del genere occorre un processo. Sembrerà strano, ma è così che funziona. E occorrono delle prove, naturalmente. 

I soliti commentatori, questa volta presi dalla pagina Facebook di Repubblica, hanno le idee ben chiare. 


Cito, a titolo di esempio: "Sentenza di merda", "giudici di merda", "giustizia di merda", "paese di merda", addirittura c'è chi dice "La mafia sono l'oro" (...incenso e mirra).

Posto che, diversamente dai fini giuristi ed investigatori di cui innanzi, io non ho a disposizione una sfera di cristallo o anche solo il fascicolo del dibattimento, posso solo dire che se è vero che questa sentenza è uno scandalo come emerso nei cicalii di oggi, allora sarà tanto più facile ribaltarla in appello. Eh sì, perché esiste l'appello, anche se al dott. Ingroia non piace.

In ogni caso ed indipendentemente dall'appello, tutte le sentenze si possono discutere e commentare, si può persino protestare contro i magistrati, anche se questo a tutta la sinistra e a Repubblica non piace.

Peraltro, i maldestri e rozzi attacchi indiscriminati contro le forze dell'ordine sono cretini come quelli sferrati nel mucchio contro i magistrati. Essi sono indice del background culturale di tipo criminale o palesemente fiancheggiatore della criminalità politica più o meno organizzata di molti commentatori vicini alla sinistra eversiva.

Certi ambienti si nutrono di cadaveri e d'ingiustizie vere o presunte per tenere sempre vive storie, teoremi e leggende. Una su tutte, la contrapposizione con le forze dell'ordine di cui il caso Cucchi è solo l'ultimo espediente. Accertare la verità e fare giustizia è l'ultimo pensiero di questi sciacalli. Allora da chi è stato "ucciso per la seconda volta" quel povero ragazzo? Forse da nessuno, visto che non si muore più volte. Però il post mortem ideologico che è stato eretto su di lui non gli rende certo giustizia, non lo fa rivivere ed anzi lo utilizza come uno strumento di sopravvivenza per gruppi politici estremi e fuori dal mondo ma non insignificanti, che usano la paranoia come propulsore.

La sinistra eversiva, di fatti, rappresenta un bacino elettorale di grande vivacità ed interesse anche per forze politiche teoricamente riformiste ed asseritamente democratiche che, al contrario, dovrebbero decidersi a prendere posizioni nette e coraggiose di tipo culturale, in merito al rapporto della società con le forze dell'ordine ed alle tematiche afferenti la sicurezza pubblica e la difesa.

Se mi è consentito lambire in punta di piedi l'argomento, in conclusione, ci tengo solo a precisare che diverse responsabilità sono state individuate e stabilite nella sentenza, con le condanne per omicidio colposo ai medici che hanno avuto in cura il ragazzo. Non si capisce, in tutta franchezza, per quale motivo le condanne ai medici siano meno importanti o meno attese rispetto a quelle richieste per i paramedici o per i poliziotti. 

Sarà forse che ormai la condanna per omicidio colposo è stata completamente sdoganata? Con un "curriculum" penale del genere, se sai smanettare un po' sui blog, in Italia puoi diventare il capo del partito più votato. In Francia, invece, devi limitarti fondare una mediocre e tediosa rock band anti-capitalista. 



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