domenica 24 marzo 2013

La sinistra impartisce lezioni di stile ai manifestanti PDL

Ieri il PDL era in piazza a Roma. Sono tante le riflessioni possibili, nel merito. Ma non ne farò nemmeno mezza, come tutta la stampa che si rispetti. 

Mentre ieri Silvio teneva il suo show, gli organi d'informazione online della sinistra "per bene" si sono trasformati in fashion blog alle prese con l'attenta analisi del vestiario e della cura del look dei manifestanti di centrodestra, invece di dar lustro all'illuminante scoperta di Paolo Flores D'Arcais, del Popolo Viola, MicroMega e intellettuali dello stesso rango, in merito alla presunta ineleggibilità del Cavaliere, ai sensi di una leggina mai applicata vecchia di cinquantasei anni e rinvenuta dopo un ventennio di impegno politico (e quattro governi) di Berlusconi. 

L'informazione progressista italiana si disinteressa della sua piazza"giustizialista" e della consueta guerriglia no tav, per passare a dispensare consigli sull'abbigliamento.

Fiumi di foto, per stigmatizzare la trasandatezza e la mancanza di buongusto nel Popolo dei berlusconiani. Alcuni, a quanto pare, esibivano persino cartelli con palesi errori ortografici. Diversi ritratti addirittura immortalavano dentature non proprio in ordine, in bocca ai seguaci del Caimano. C'erano finanche alcuni anziani, uno scandalo. 

Queste cose possono passare inosservate in una piazza normale, ma non quando è attiva l'attenta lente dei radical chic della sinistra. I vecchi, i brutti, gli sdentati gli ignoranti e gli emarginati non possono esistere o, comunque, non possono manifestare. 

Le battute sul nanismo di brunetta e le affermazioni sull'esigenza di un titolo di studio "abilitativo" all'esercizio del diritto di voto sono solo alcuni dei vezzi più ricorrenti nella sinistra salottiera, da sempre nemica di chiunque possa essere tacciato di inferiorità. 

Se il centrodestra non soccombe attraverso libere elezioni, dev'essere tramortito coi processi. Se i processi non bastano, si preparano petizioni cavillose su principi di legge inesistenti e ridicoli, già utilizzati e ritenuti inapplicabili in passato. Se anche questo non va bene, si sfocia su battute d'atelier, per mortificare il malvestito elettore dell'avversario. 


A un certo punto i fashion commentatori escogitano un colpo di genio per ridimensionare il peso politico del popolo in piazza. A riempire Piazza del Popolo erano solo gruppetti di figuranti. Questo, quantomeno, è quello che il popolo del web si affanna a chiarire sui social network e a trasferire sui giornali.

Un elettore di sinistra, arbiter elegantiae, in una lectio magistralis di stile.
La manifestazione di ieri non sarebbe da considerare perché, oltre ad essere presente brutta gente (forse pure puzzolente), era piena di busti di cartone o ologrammi. Probabilmente rettiliani, tutti rigorosamente travestiti (ecco spiegati i pessimi accostamenti cromatici). 

Si sprecano i titoli di giornale che fanno riferimento a manifestanti di professione, al soldo del PDL. Come dire che i soliti rompicoglioni anti-tutto ad uso e consumo della sinistra, che si riciclano di manifestazione in manifestazione praticamente contro ogni segno o prodotto della civiltà umana, sono manifestanti "autentici", mentre il popolo del centrodestra, solitamente isolato, umiliato e preso a pesci in faccia da ogni centro di presunta-cultura italiana, buono solo ad essere spremuto come un limone, quando decide di riunirsi in piazza, viene rappresentato come un manipolo di professionisti della protesta. Questo, detto da chi ha fatto delle manifestazioni di piazza un legittimo strumento di consenso, aggregazione e lotta politica e che da sempre carica gratis sbandieratori, cantanti di slogan e sputatori sugli autobus del sindacato.
Elettori di sinistra alle prese con la loro quotidiana attività di falsificazione.

Il fatto è che il popolo della sinistra ("l'Italia giusta", come è solito auto-titolarsi) rilascia patenti di bellezza, per squalificare dalla scena politica chi non porta i capelli all'ultimo grido. 

Chi non è bellissimo è ritenuto "impresentabile" o una specie di fantoccio di polistirolo. 

Il problema, piuttosto, è il seguente: questa sinistra classista è o non è schierata dalla parte degli ultimi? Lo chiedo perché ho motivo di dubitarne. Questa sinistra che ritiene che lo sviluppo e la crescita economica siano barbosi optional imposti dalla mentalità tardo borghese davvero crede di parlare ad un elettorato fatto di persone che vivono, mangiano, bevono,lavorano, crescono e procreano? Perché, ogni tanto, leggendo i loro discorsi, mi pare si nutrano di parole tipo "conflitto d'interessi", "ineleggibilità","presentabilità" e passino le loro giornate a fare onanistiche letture di intercettazioni e spifferate dei processi a carico di Berlusconi. Il tutto, credendo che basti questo a far di loro persone informate, impegnate e profonde. Questa sinistra dissociata dalla realtà si stupirà ancora del fatto che i presunti impresentabili, queste sagome di polistirolo prima o poi torneranno a votare? Perché il fatto che si aspettino ogni volta il tracollo delcentrodestra (che puntualmente non si verifica) mi fa pensare che davvero siano convinti che i sostenitori del centrodestra siano il prodotto di qualche assurdo trompe l'oeil. 

Mi vengono in mente le commesse con la puzza sotto il naso in un negozio d'alta moda nel film "Pretty Woman". Passa Julia Roberts, vistosamente appartenente al popolino. Quest'ultima si mostra interessata ad un abito. Le commesse, tuttavia, con fare snob, la cacciano. Questo è ciò che fa la sinistra con l'Italia reale, quella in carne e ossa e con bisogni ed esigenze tangibili. La sinistra preferisce nettamente l' "Italia giusta", ossia quella creata ad immagine e somiglianza del Vetro Soffiato e de La Bustina di Minerva o appena uscita da un numero di Vogue.  Ologrammi.






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